lunedì
23 Giugno 2025
Rubrica Controcinema

Uno strepitoso Elio Germano incarna Berlinguer in un film magnifico

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Berlinguer La Grande Ambizione Film Con Elio Germano 891674Ho visto il meraviglioso Berlinguer. La Grande Ambizione di Andrea Segre, biopic su Enrico Berlinguer qui interpretato da un monumentale Elio Germano.

Il titolo cita una frase di Antonio Gramsci dai Quaderni dal carcere, che è anche incipit del film: «Di solito si vede la lotta delle piccole ambizioni, legate a singoli fini privati, contro la grande ambizione, che è invece indissolubile dal bene collettivo». E il film racconta la grande ambizione di Enrico Berlinguer nel cercare il bene collettivo, dal 1973 al 1978, fino alla morte nel 1984, seguendo la sua vita politica e personale e attraversando la storia di quegli anni in Italia e nel mondo.

L’inizio mostra il golpe in Cile del 1973 del generale Pinochet, proseguendo col fallito attentato contro Berlinguer in Bulgaria, la crisi economica di quegli anni, la distanza sempre più grande con l’Unione Sovietica di Breznev, le lotte sindacali e politiche, il referendum sul divorzio, la strage di Brescia del 1974, gli attentati e il terrorismo, il tentativo di costruire il compromesso storico con la DC di Aldo Moro, fino al rapimento e morte dello stesso Moro nel 1978; tutto seguendo con sensibilità e verità anche la sua vita privata; e chiudendosi con le immagini di repertorio della morte di Berlinguer nel 1984 e del suo funerale.

Il regista Andrea Segre nasce documentarista, e si vede questa sua origine in una regia sobria e rigorosa. La Grande Ambizione usa moltissime immagini di repertorio, ma in modo filmicamente originale e geniale. Invece di essere semplici citazioni extratestuali del passato, i repertori si incastrano con naturalezza nelle sequenze di fiction: le immagini vere del golpe in Cile, della strage di Brescia, delle folle ai comizi, dei lavoratori per strada, sono sempre montate in modo coerente con le immagini del film: possono essere una soggettiva di Berlinguer dal palco o che guarda la Tv, o veri e propri elementi di regia, sequenze che servono alla storia raccontata dal film, senza distinzione tra ciò che è ricostruito in scena e l’originale da cui è tratto.

Al di là delle personali opinioni su Berlinguer, La Grande Ambizione è molto bello ed evita l’effetto nostalgico da “santino”. Nota speciale per l’interpretazione di Elio Germano, per il quale si può scomodare il confronto con il magnifico Gian Maria Volontè: il corpo dell’attore è al servizio totale del corpo del personaggio, in una simbiosi totale e magistrale, come quando Berlinguer fa ginnastica in casa. Ma la maestria è in tutti gli attori, nella loro sobria recitazione sempre al servizio dei personaggi interpretati. Tutti restituiscono, al pari dei repertori, l’umanità degli uomini e delle donne di quel tempo, un’antropologia remota e anti-spettacolare di come eravamo nei nostri corpi e nelle nostre idee.

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