Saremo ripetitivi, ma in fondo i primi ad esserlo sono loro. Nella città che più di ogni altra pare voler tutelare i suoi residenti, sono ora quelli di viale Mattei a lamentarsi di vivere in un condominio in cui è sorto un bar al piano terra che farebbe, in poche parole, un gran casino. Detto ovviamente che anche il bar è tenuto a rispettare le regole, non capiamo come sia possibile che nel loro esposto i residenti del condominio possano far leva sul fatto che tra di loro ci siano bambini, anziani e persone che fanno i turni al lavoro. Residenti, insomma. Ma questo dovrebbe privare la “libertà” di un imprenditore di organizzare serate musicali? Perché, a questo punto, non chiedere una legge che vieti l’apertura di locali di qualsiasi tipo nel raggio di almeno un chilometro dalla casa più vicina? Ma andatevene tutti… in campagna, almeno.