Il limite del moijto

E Marinara, le grandi crociere, i vecchi e nuovi sogni di nuovi alberghi e strutture ricettive e poi mille convegni e discorsi a parlare di come aumentare la ricettività, l’attrattività, come portare qui gente sui lidi, in città, nell’entroterra, tutti a parlare del “turista” come il bene supremo da rincorrere, sedurre, vezzeggiare e coccolare. Poi in questi giorni leggiamo come in tanti posti i turisti non li vogliano più, come si sia passato il segno, come possano essere incivili da ubriachi, e (anche da sobri) provocare una trasfigurazione del volto stesso delle città. Volete vedere che quella di non far arrivare poi tutta sta gente da queste parti non è stato un mezzo fallimento ma una strategia che guardava in avanti? E in questo mondo dove tutto cambia così in fretta, non finirà che Fabrizio Matteucci con il suo secchiello di moijto rovesciato nel tombino rischia pure di essere rivalutato come antesignano? Oppure, forse, in effetti no, che c’è un limite a tutto…

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