Vota Antonio (basta un applauso)

Se non fosse stata la paranoia dei ravennati per il Jova Beach Party la vera notizia locale di questi giorni sarebbe il reinsediamento per la quinta volta consecutiva – sono dieci anni ormai dalla prima nomina – del concittadino, onorevole, Antonio Patuelli, a capo dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi). Stiamo parlando della lobby delle banche (mutui, prestiti, conti correnti, tassi di interesse, prodotti finanziari…), mica di due giorni di un po’ di casino in spiaggia.
Certo che Antonio ha ben giocato molte carte nella sua carriera: è competente banchiere (vedi come in 25 anni ha gestito oculatamente e arricchito la Cassa di Risparmio di Ravenna), imprenditore fondiario, politico navigato, intellettuale storico e culturale, editore della rivista “Libro Aperto”, e perfino giornalista-editorialista del gruppo QN, in particolare il familiare “Resto del Carlino,” su cui scrive quello che gli pare e piace. La sua autorevolezza – e capacità di mediazione e persuasione – è incondizionata a Ravenna e presa in massima considerazione a livello nazionale, con aderenze che vanno dai vertici della Banca d’Italia al Ministero dell’Economia.
In tutti questi campi si è rivelato un grande maestro, un uomo che sa il fatto suo. Insomma un vero capo.
Al punto che i banchieri italiani hanno ben pensato che il Patuelli, nella loro assemblea, si poteva rinominare con un applauso. Perché prendersi la briga di pensare invece a un successore – magari più giovane e con idee diverse – quando con lui erano d’accordo su tutto?
Come disse “Il Divo” in una sua memorabile boutade «il potere logora chi non ce l’ha».

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