Le Visioni di Cody alla ricerca della maturità

Jpg14Arpeggi e batteria che aprono il disco sono un tuffo nell’indie-rock degli anni novanta, quasi un omaggio – magari involontario – alle ballate elettriche dei Pavement. Il pezzo si chiama “Giusto fra le nazioni” ed è un’ottima introduzione a Celestino, nuovo e quarto album delle Visioni di Cody (in realtà tutti maschi), rock band da San Piero in Bagno (già questa, diciamolo, una piccola notizia), uscito a fine 2016 e che in poco più di mezz’ora offre una tavolozza colorata di rock alternativo cantato in italiano piuttosto originale, forte di una voce personale e alcune scelte strumentali qua e là degne di nota (grazie anche probabilmente al contributo esterno di Michele Bertoni e Franco Naddei).

Le aspettative create in apertura non sono del tutto mantenute – che altrimenti avremmo tra le mani un piccolo capolavoro – a causa probabilmente dei pezzi più “tirati”, un po’ troppo debitori verso gruppi come Tre Allegri Ragazzi Morti o Il Teatro degli Orrori (in particolare la chiusura di “A prova di stronzo”). Ma ci sono altre chicche sparse in questo disco che è comunque complessivamente riuscito, come il crescendo romantico di “Mammarò” o l’appiccicosa e stralunata “La forza di mille uomini”. Da apprezzare poi il tentativo di rendere l’album una sorta di concept incentrato sulla figura (inventata) di Celestino, classico antieroe sfigato ma non troppo, a cui, oltre i Sonic Youth, le Visioni di Cody sarebbero senza dubbio piaciute molto…

Una band da continuare a seguire, quindi, in attesa della definitiva maturità.

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