Blanca, un libro di donne capaci di chiudere il cerchio

Ecco una nuova declinazione della coppia di poliziotti, iniziata con il cavaliere Auguste Dupin e il suo anonimo amico, poi cristallizzata da Holmes-Watson. Un commissario, totalmente dedito al lavoro; un ispettore, snob, portamento da tombeur de femmes, vezzi da intellettuale. Diversi “sul luogo del delitto”; decisamente simili nella gestione degli affetti e nei rapporti con le donne.
Antonio Martusciello e Arcangelo Liguori sono tornati in scena per risolvere un nuovo caso: qualcuno uccide un pregiudicato, spariscono due persone, in una zona degradata si recupera la salma straziata di una giovane donna. E tutto è collegato. A Napoli, quindi tutto sufficientemente normale, da Veraldi in qua. Ma il nuovo romanzo di Patrizia Rinaldi, Blanca (edizioni e/o, pp. 192, 9,50 euro), viaggia a un’altra velocità rispetto alla “norma”. Perché è, prima di tutto, l’analisi dei molti modi (non tutti) di essere donna e madre.  Non a caso a scombinare le carte di Poirot-Hastings partenopei arriva Blanca Occhiuzzi, sovrintendente di polizia esperta in décodage e intercettazioni, ipovedente dalla nascita. E bellissima.
Donne che lottano per i figli e le figlie, soffrono, si soccorrono, si ribellano alle violenze non solo fisiche, ma ancora e sempre “dominanti” degli uomini e, in qualche caso, riescono a sconfiggerle e a respingerle. Fino a riscoprire quanto sia bella la luna.
Poi, certo, i poliziotti troveranno il colpevole anche se “mancano dei pezzi” nella ricostruzione esatta dei reati. E, forse, la legge non farà giustizia nel senso pieno del termine. Ma le donne, loro sì che riusciranno a chiudere il cerchio degli affetti e delle scelte. Senza risparmiare nessuno, neppure se stesse.
Blanca Occhiuzzi è un personaggio speciale che non si può non amare, anche grazie alla scrittura totalmente avvolgente di Patrizia Rinaldi. Che sa raccontare bene, sa risvegliare i sentimenti asciugando le frasi fino a lasciare l’essenziale. E così le si può anche perdonare la scelta del cognome per Blanca, rinunciando alla battuta sull’ironia della sorte. Blanca e i suoi  colleghi acciaccati e affascinati, il primo poco più che sopportato dalla moglie, il secondo cacciato dall’amante, meritano di tornare in scena.

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