Caduta dei “tabu”: oggi si osa anche il selfie nella camera ardente Seguici su Telegram e resta aggiornato Maurizio Costanzo è stato innovativo anche da morto. Pare sia stato capace di spostare i confini del super io: quella dimensione della nostra coscienza dove ci sono i nostri valori e i nostri limiti. I confini rispetto a quello ci permettiamo di fare e soprattutto rispetto a quello che non ci permettiamo di fare, sono lì. Per esempio, fino ad oggi, una regola base era quella di non chiedere assolutamente ad una donna, vedova da un paio di giorni di scattarsi una foto con lei, davanti alla bara del marito. Era un cosiddetto tabu. Oggi questo limite è stato superato. Per fortuna Costanzo era ironico, ha pure scritto un libro dal titolo E che sarà mai? a sottolineare il suo sguardo. Quindi probabilmente non se la sarebbe troppo presa, e forse se ne sarà ricordata anche la moglie mentre si metteva in posa. È pure possibile che con quella richiesta, in modo inopportuno e bislacco, i partecipanti manifestassero il loro affetto. A Costanzo era caro il concetto di “parentela mediatica”. Fenomeno per cui una persona qualunque sente familiarità con il personaggio famoso, e lui si rivolge con disinvoltura una volta che lo incontra dal vero. Questa dinamica, unita allo spasmodico uso della fotocamera, uniti a loro volta ad continua rappresentazione mediatica della morte, e soprattutto uniti ad una marcata mancanza di opportunità, hanno fatto sì che qualcuno abbia chiesto una foto alla De Filippi nella circostanza di un funerale. Fino ad oggi, non solo era inopportuno, era proprio inconcepibile, quasi impensabile, farsi una foto ricordo del genere. Oggi è pensabile, e qualcuno inizia a domandare il selfie. Poi, come per l’ABS, il dispositivo automobilistico di antibloccaggio della frenata, che incominciò ad essere installato negli anni Settanta, dapprima solo nelle Mercedes più prestigiose ed oggi è incluso anche sulla più comune delle utilitarie, qui il primo selfie è stato richiesto a Maria De Filippi. Una donna molto popolare. Icona di una televisione che invita alla confidenza ed a esplicitare i propri sentimenti. Credo che rivedremo spesso i selfie nelle camere ardenti. La cultura del riprendere l’evento con il telefonino che era partita dai concerti rock, oggi approda nel silenzio degli obitori. Questa vicenda ne porta alla memoria un’altra, per certi versi molto simile. Riguarda Gerry Scotti. L’ha raccontata pubblicamente lui stesso. Parecchi anni fa, quando era famoso, è venuta a mancare sua madre. Si trovava alle esequie. Lui vegliava sua mamma appena defunta nella profondità del dolore di quel momento. Nello spazio contiguo c’era un altro feretro e relativi parenti. Quando questi si sono resi conto che accanto a loro, simile a loro, in quel drammatico momento c’era il popolare conduttore, non hanno esitato a chiedergli un autografo. Gerry, ha superato l’incertezza di reazione. Ovvero se dargli o meno una testata. Dopo aver guardato sua madre, ha abbozzato e firmato i fogli. Così come Maria De Filippi ha concesso oggi il selfie a certe persone. Poco fa, mentre stavo già scrivendo questo commento mi è arrivata la telefonata di un amico. Gli ho raccontato la vicenda di Gerry Scotti, che non conosceva. Con un filo di ironia ha detto: «I familiari dell’altro defunto non erano, a quanto pare, così vicini al loro congiunto…». Un modo elegante per non insultare di petto queste persone. Il mio amico ha aggiunto che un ruolo lo potrebbe avere avuto anche la difficoltà nel trovare le parole giuste. Perché no? Potrebbe anche essere che quei parenti abbiano trovato nella richiesta dell’autografo una modalità per accantonare le loro angosce mortifere. E più che sentire Jerry Scotti un loro pari nella tragicità della vita abbiano preferito inconsciamente avvicinarlo nel suo ruolo di personaggio di spettacolo, e a quello aggregarsi. Gerry però ricorda quei vicini come «una chiassosa compagnia di parenti», quindi: o avevano già iniziato a “sdrammatizzare” per conto loro, oppure era semplicemente un gruppo di grezzi superficiali. Senza tante interpretazioni. Come forse lo erano quelli di oggi, del selfie con la De Filippi. “Parentela mediatica”, “isolamento dell’affetto”, sublimazione, conversione nell’opposto, sono tutti concetti in qualche modo presenti in queste vicende, ma c’è modo e modo. Total0 0 0 0 Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri post di: Lo sguardo dello psicologo