La soddisfazione del cane di accomodarsi sul lettino Seguici su Telegram e resta aggiornato Ho ridisegnato una vignetta che vidi qualche tempo fa. La ricordo perché nel mio lavoro quelle parole non me le aveva mai dette un quadrupede in senso tecnico, ma le avevo già sentite da alcuni pazienti alle prime sedute. Persone che tutto sommato stavano bene, ma che volevamo comunque “salire sul divano”. O lettino. Salire e stendersi sul divano – fa riflettere la puntualizzazione del cane dove sottolinea che a casa non gli è concesso – significa accomodarsi in uno spazio d’ ascolto. Il cane si mette sul divano per assecondare un proprio bisogno, cerca una condizione di benessere. Vorrebbe stare comodo e non essere cacciato. È lo stesso per una persona che inizia un percorso terapeutico e trova nella stanza di analisi la possibilità di manifestare sé stessa senza giudizi, interruzioni e censure. Fa quindi accomodare quella propria parte che, per mille ragioni, non è pienamente accolta nel quotidiano in genere, e alle volte non riconosciuta neppure al soggetto stesso. La persona si sdraia sul lettino, come il cane della vignetta, per potersi mettersi comoda e non essere scacciata. Non solo fisicamente. Lo chiede soprattutto per la propria identità che, pur stando bene, a volte non del tutto è espressa. La psicoterapia ha la funzione di svelarla, restituire armonia, al fine di guadagnare un maggiore grado di benessere. Il terapeuta accompagna, come faceva Virgilio con Dante, sempre un passo indietro ma sempre presente, in un viaggio nel proprio mondo interiore. E speriamo che, alla fine del tragitto, la persona scenda dal lettino soddisfatta, proprio come il protagonista canino della vignetta. Total0 0 0 0 Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri post di: Lo sguardo dello psicologo