Problemi psichici: si può guarire davvero? E quanto? Seguici su Telegram e resta aggiornato Caro Dottore, ho letto l’ampio servizio pubblicato sullo scorso numero di R&D rispetto alla salute mentale e alla situazione nel nostro territorio. Desidero tornare su un punto particolare dell’intervista al Dott. Zanfini che cito testualmente. “…l’obiettivo del trattamento è quello della guarigione della persona, dove per guarigione si intende non solo quella sintomatologica, ma anche quella funzionale… ossia il raggiungimento di un grado di soddisfazione rispetto alla propria esistenza”. Ma davvero e quanto si può guarire dai problemi psichici? Lettera firmata La ringrazio e rispondo volentieri. Lei riprende il tema dell’obiettivo di un trattamento. L’auspicio della guarigione. Intanto faccio notare che nella risposta il Dott. Zanfini scrive “persona”, non “paziente”. Dato che le parole fanno le cose, credo sia importante sottolinearlo. Io sono uno psicoterapeuta, lavoro privatamente e posso raccontarle la mia realtà. Le persone che arrivano a me sono le più diverse, ognuna con la sua storia. Quello che comunque le accomuna è il disagio che vivono, e come vorrebbero stare subito meglio, anzi bene. Come stavano prima, spesso dicono. Anche se, rilevo tra me e me, che spesso, un “vero prima” non c’è mai stato. Mi spiego meglio. Le persone sono come le piante. Crescono fin da piccole. Alcune vanno dritte seguendo la luce del sole. Altre, perché ci sono sassi nel terreno, perché c’è un albero troppo grande che fa ombra, o per altri motivi, intraprendono percorsi più tortuosi. Così, quello che all’inizio era uno stelo verde, si consolida e diventa un albero fatto di legno. In alcune piante il tronco è lineare in altre è tortuoso. Così siamo noi. Come piante che crescendo hanno preso la loro direzione, e che si sono portate avanti, fin da ragazzini, modalità per far fronte ad un disagio. Modalità che col tempo si sono sviluppate, evolute e attualizzate con le età della vita. E da adulte queste forme, queste modalità sono rigide come il legno. Si può ridare forma lineare ad un albero ormai maturo e dal tronco storto? In parte sì ma bisogna andarci piano, altrimenti si rompe. Il giardiniere, ma anche l’albero, devono sapersi accontentare. Uscendo dalla metafora, più che di guarigione possiamo parlare di recovery. Ovvero migliorare il più possibile, per dirla semplice. E per dirla un po’ più tecnicamente, cercare nel sottile lavoro con il terapeuta di sostituire i propri meccanismi di difesa primitivi e immaturi con altri, il più possibile adeguati e funzionali. Ma sempre nel rispetto della storia e delle caratteristiche della persona. Persona, non paziente. Total0 0 0 0 Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri post di: Lo sguardo dello psicologo