Psicologia e pratica teatrale: così la “finzione sociale” trova la catarsi Seguici su Telegram e resta aggiornato Ogni lavoro ha le sue caratteristiche. Il mio prevede di incontrare, settimana dopo settimana, le persone con cui ho in corso una psicoterapia. Alcuni giorni fa dopo alcune sedute ho fatto una pausa. Sono andato in un bar vicino allo studio a bere un caffè. Non ero solo. C’erano altre persone. Nel bar c’era allegria. O meglio, vivacità, ma le persone mi sembrava un po’ “la raccontassero” e se la raccontassero. Avevo come l’impressione che celassero dei sentimenti privatamente malinconici. D’altronde è anche ovvio che nel sociale si tenga una sorta di facciata per non mostrare il proprio privato, a tutela di se stessi e del prossimo. Ma quel giorno l’atteggiamento di circostanza delle persone al bar mi suonava di finzione. A sera sono andato al cinema. Ho visto “Il campione”, il nuovo film con Accorsi. È la storia di un giovane calciatore fenomeno che incontra un professore per preparare privatamente la maturità. Anche questi due personaggi hanno una dimensione pubblica, dove va apparentemente tutto bene. Hanno relazioni con gli altri, fanno la loro vita. Il calciatore soprattutto. Ma hanno anche un fronte di solitudini che tengono nascoste agli altri, ed a se stessi. Questi pensieri mi hanno accompagnato qualche giorno. Mi sono chiesto quale potesse essere un contesto sociale dove poter integrare aspetti personali che di solito restano nascosti. La risposta l’ho trovata in un gruppo di appassionati che una sera provavano il loro spettacolo a teatro. L’attività teatrale ha una potenza socializzante ed aggregante molto importante e permette di vivere un’esperienza liberatoria e catartica del proprio vissuto e mondo interiore. Non tutti sanno che il termine catarsi deriva dal greco katháirein, “purificare”. Concetto introdotto da Aristotele per esprimere il peculiare effetto che il dramma greco aveva sui suoi spettatori e sugli attori che recitavano i personaggi. Teatro e psicologia sono quindi discipline molto vicine. Pur avendo metodi diversi e diversi obiettivi sono ambedue forme di conoscenza del mondo umano e sono modi per entrare in relazione con l’altro e provocare un cambiamento. Total0 0 0 0 Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri post di: Lo sguardo dello psicologo