Quando il “sii superiore” diventa un esempio e non una frase fatta Seguici su Telegram e resta aggiornato Mi sono giunte diverse considerazioni in merito alla decisione del preside Dradi, dirigente scolastico del Liceo scientifico “Oriani” di Ravenna, il quale ha scelto di non fare cancellare la scritta “Il preside è gay” trovata sul muro della propria scuola. L’episodio si è diffuso oltre le mura della città fino ad arrivare ad avere un eco nazionale. Con questo gesto il Preside in realtà non ha solo dato una valida lezione contro l’omofobia ma ha anche contribuito a rinforzare l’Io e la resilienza degli studenti bullizzati. Oggi c’è una maggiore attenzione al bullismo rispetto al passato. Gli insegnanti sono più attenti e cercano di intervenire quando hanno conto di questi fenomeni. La scuola nel suo insieme è diversa rispetto a qualche tempo fa. Ciò nonostante ci sono ancora ragazzi che patiscono la condizione di ricevere soprusi da altri giovani. Le famiglie di ragazzi vittime dei bulli cercano di aiutare in tutti i modi i figli vessati, parlano con i professori e spesso con gli altri genitori, cercano di sostenere e consolare i ragazzi. Una frase comune, forse pronunciata anche con una dolorosa sensazione di impotenza, è “Non dargli importanza, sii superiore”. Questa frase, oltre ad essere un consiglio, mostra in realtà un misto di rassegnazione e speranza. Rassegnazione perché i genitori comprendono che per quanti sforzi possano compiere non potranno impedire totalmente questi fenomeni. Speranza, ma sarebbe meglio dire auspicio, che il proprio giovane sappia trovare risorse in sé stesso per fronteggiare questi attacchi. Con la sua scelta il Preside ha mandato un importantissimo messaggio a chi è vittima dei bulli. Lui che nella scuola non è l’ultimo, ma il primo, ha ricevuto una vessazione. È stato sbeffeggiato con una scritta a spray su un muro. Tralasciando che gay non è un insulto e quali siano gli orientamenti sessuali del Preside, in questa vicenda ciò che colpisce è che il Preside è stato vittima di un bullo alla pari di un qualsiasi studente più giovane ed indifeso. E anziché difendersi come il suo ruolo gli permetteva, mandando qualcuno a cancellare la scritta, neanche lui in prima persona, ha preferito davvero non dargli importanza ed essere superiore. Il Preside ha mostrato come quell’invito ad essere superiori che i genitori fanno ai figli, inteso un po’ come un’ultima carta nella quale non ci crede più nessuno, sia invece possibile da raggiungere. Una scelta reale. Total0 0 0 0 Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri post di: Lo sguardo dello psicologo