Il consiglio comunale è un po’ più povero…

Il consiglio comunale di Ravenna è oggi un po’ più povero.

– Non ci sarà più nessuno che avvertirà il sindaco sul rischio di perdere, nella scuola, la nostra identità «a forza di chiedere rispetto della cultura di chi arriva da altri paesi e della diversità sessuale di altri, sotto la pressione di psicologi e mediatori culturali», citando «i tragici fatti di Bibbiano», e chiedendo «di impiegare le ore dedicate ai cosiddetti “laboratori”per […] colmare l’analfabetismo informatico, vera piaga dell’Italia».

– Non ci sarà più nessuno che modificherà i testi delle petizioni dopo averle fatte firmare ai cittadini.

– Non ci sarà più nessuno che ci terrà informati sul «degrado igienico dei muri di palazzi storici impregnati delle urine dei frequentatori di locali notturni».

– Non ci sarà più nessuno che potrà parlare di un centro sociale come di un luogo in cui studenti «attirati dal mito della libera comune» vengono «risucchiati nel buco nero di alcool e/o droga , perdendo di vista il loro percorso scolastico», dove tra l’altro «avviene un pericoloso indottrinamento politico atto a trasformare la fragile personalità degli adolescenti in pedine pronte per una guerriglia urbana».

– Non ci sarà più nessuno che subito dopo tragedie avvenute in discoteche di altre città abbia il coraggio di interrogare formalmente il sindaco dicendosi sicura «che nei locali della nostra città e provincia, all’interno vi è: area irrespirabile, satura di fumo di sigarette, vendita di alcolici ai minori, spaccio di droga a basso costo, stress visivo e uditivo molto alto».

– Non ci sarà più nessuno che se la prenderà con uno spettacolo teatrale che pare avesse «il malcelato obiettivo di instillare nei ragazzi l’idea legata alla “teoria gender” che possa esistere un “terzo genere” alternativo ai due naturali, con il grave rischio, in concreto, di aprire le porte alla “pedofilia e all’omosessualità”».

Oddio, forse ce ne saranno altri, in realtà, che cercheranno di dire praticamente le stesse cose. Ma non con lo stile di Rosanna Biondi, che ha però appena deciso di lasciare il consiglio comunale di Ravenna (ma non la sua amata Lega) per motivi personali. Ci mancherai, Rosanna.

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