L’incredibile storia vera della petizione per il rilancio di piazza Kennedy

Per fortuna a volte la politica cittadina fornisce materiali originali, su cui non c’è neppure bisogno di fare ironia. Questa settimana devo ringraziare pubblicamente Rosanna Biondi, vice capogruppo della Lega in consiglio comunale a Ravenna.

In sintesi, la leghista Biondi nei giorni scorsi ha presentato in commissione una petizione sul rilancio di piazza Kennedy, partita un anno fa e che ha raccolto circa 400 firme, cioè, 400 persone che hanno firmato un documento della Biondi. Ok, ma non è questo il punto.

Al momento della presentazione in commissione comunale, di questa petizione ne sono circolate due versioni: una con il testo integrale e una in cui era stata cancellata una frase dalla stessa Biondi, che quindi – ascoltate bene – ha raccolto le firme per un testo, depositato quel testo e quelle firme, e poi al momento della presentazione cancellato una parte di quel testo già firmato in precedenza.

Al casino che ne è seguito – con il conseguente invalidamento della petizione – la Biondi ha replicato ammettendo candidamente di aver cancellato lei stessa (o aver fatto cancellare, su sua indicazione, questo non è chiarissimo) la frase incriminata, che è quella sulla possibilità di trasformare piazza Kennedy in un “mercato, anche rionale”. La Biondi ha giustificato il suo folle gesto dicendo che avrebbe nel frattempo sentito i «pareri delle persone» rendendosi conto così (dopo aver già raccolto le firme) che il mercato rionale potrebbe non essere così gradito, in particolare dai commercianti, «che poi qui non vendono più».

E così, ripeto, dopo aver raccolto le firme (anche) per far diventare la piazza un mercato, la consigliera leghista ha poi cancellato la parte in cui si parla del mercato per non fare incazzare i commercianti.

E poi il nuovo colpo di genio. Una volta finita la commissione, sperando forse che nessuno potesse ascoltare le registrazioni, si è difesa con un ignaro giornalista del Corriere Romagna dicendo invece di non aver cancellato lei la parte incriminata, parlando bensì di «errore di trascrizione in segreteria» e arrivando perfino a ipotizzare che possa essere stata qualche “manina”, come succede in Parlamento.

La cosa più brutta di tutta questa storia però è che la Biondi ha dichiarato che non farà mai più una petizione. No Rosanna, ti prego ripensaci, fallo per me!

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