Un consiglio da mamma al governatore Toti

 

Come tanti, ho sobbalzato sulla sedia quando ho letto il discusso post del governatore della Liguria sugli anziani “non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese”.

Dopo il primo moto di ripulsa, tuttavia, ci ho riflettuto e sono arrivata alla conclusione che qualcosa accomuna la condizione di mamme lavoratrici e presidenti di Regioni. Tra chi si dedica allo sforzo produttivo e chi a quello riproduttivo (o entrambi contemporaneamente).

Questo qualcosa, va da sé,  è l’eccesso di produttività. Una mamma che si barcamena tra riunioni on line, pediatri, chat di classe e minestroni surgelati non può non simpatizzare con un povero governatore tirato per la giacchetta tra Dpcm, associazioni di categoria, riunioni con virologi e l’imprescindibile necessità di avere visibilità sui social. Ovvio che l’errore, la gaffe memorabile siano sempre dietro l’angolo. Può succedere di dimenticare i figli a scuola, può succedere di inviare i messaggini dell’amante sulla chat dei genitori, e può succedere pure di dire un’enorme, imperdonabile cazzata a tutta la nazione.

Ora, ti dicono: devi imparare a delegare. Ma a chi deleghi? A volte, chiedere a un social media manager di riflettere bene prima di scrivere è come chiedere a tuo marito di preparare il cambio per l’asilo nido: lo farà, certo, ma il rischio di trovare il pupo in maniche corte a gennaio è altissimo.

Allora, il mio consiglio da mamma al povero governatore è lo stesso che cerco di seguire io stessa: meno produttività. Sforbiciare senza pietà le attività inessenziali (che le persone, invece, sono sempre essenziali). Nell’improduttività possiamo coltivare la riflessione, la lucidità, la saggezza persino.

E nel silenzio possono arrivare le idee migliori. Nel silenzio, appunto.

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