Lynch per Fellini: andata e ritorno tra incubi e sogni

Mostra Lynch Fellini«Arrivando in fondo al Libro dei sogni si resta con un dubbio: questa lettura ha contribuito a chiarire il mistero Fellini o l’ha reso ancora più misterioso? […] scavalcando le barriere della razionalità e dell’autoironia abbiamo scoperto un personaggio perennemente tormentato da angosciosi travagli, rimorsi, presunte inadeguatezze e paura del futuro».
Tullio Kezich, introducendo il visionario Libro dei sogni di Fellini si chiede a ragione se in Fellini il sognatore superasse il regista, con il suo pensiero che correva ben oltre il mezzo cinematografico.

Già si è parlato della dimensione onirica felliniana a Rimini, nel delirante ponte tra il regista e Picasso, soggetto ricorrente ben tre volte nella vita del riminese, “incontrato” in sogno nei momenti più decisivi. Si può quindi leggere come una conferma della portata evocativa di questo tema, anche il tributo di un regista “dell’incubo” come David Lynch, presente alla Galleria il Punto di Rimini con opere mai approdate in Italia, ispirate a quella inesauribile fonte di immaginario ed autoanalisi rappresentata dal film Otto e 1/2.
Visitabile fino al 14 luglio, esaurita la breve anteprima di giugno a Castel Sismondo (che diventerà il Museo Internazionale Federico Fellini) la mostra “David Lynch – A Tribute to Fellini” comprende 11 litografie ispirate alla scena finale del film e alcuni disegni originali di Fellini scelti dallo stesso Lynch, tutto proveniente dalla Fondazione Fellini di Sion.

«Lynch ha sempre indicato in Fellini il suo maestro, ed è stato uno degli ultimi a vederlo in vita. Quando ricevette la Palma d’oro per Cuori selvaggi, si lamentò dell’indegno trattamento riservato da critica e pubblico a La voce della luna – racconta Fabio Lombardi della Galleria Il Punto –. Ciò che accomuna i due registi è soprattutto la propensione per il mistero e il fantastico. Tuttavia Lynch costruisce scene d’interni più claustrofobiche. Nel trattamento della scena finale di Otto e 1/2 si respira la tipica atmosfera dei suoi incubi, anche se le immagini conservano l’impronta dell’ispirazione di Fellini. D’altronde uno era uomo di mare, l’altro è cresciuto nei boschi oppressivi del Montana, in cui è impossibile vedere il cielo».

Lynch conobbe Fellini quando era già immobilizzato su un letto d’ospedale e la connessione tra i due fu immediata. Il critico d’arte Alessandro Giovanardi, dopo aver sottolineato l’estrema eleganza delle opere esposte, mette in rilievo anche l’affinità tra le tecniche della litografia e del cinema, entrambe procedimenti indiretti caratterizzati da una componente “alchemica” derivata dall’uso della luce, in cui Lynch riesce a trasfondere un’estetica molto potente: «Delle scene finali di Otto e 1/2 Lynch ha sottolineato l’aspetto inquietante del paesaggio urbano: siamo a Roma ma è come se ci trovassimo in periferia. Altro tema molto importante è l’interrogativo, di matrice psicoanalitica e derivato dalle teorie sull’entelechia di Ernst Bernhard – che Fellini frequentava – sulla possibilità di far riemergere anche dai sogni la propria “necessità interna” , il principio motore primario interno alla nostra esistenza».

Per chi volesse approfondire: il 6 luglio alle 19 alla galleria ci sarà un incontro con Stefano Campus e Alessandro Cellai per una conferenza sull’uso del suono in Lynch organizzato da Cinemagister, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia.

NATURASI BILLB SEMI CECI FAGIOLI 19 – 28 04 24
INCANTO BILLB 19 04 – 01 05 24
CENTRALE LATTE CESENA BILLB LATTE 25 04 – 01 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24