Gambalunga: 400 anni in mostra. Una “provocazione” aperta a tutti

Video Gambalunga

Un’immagine tratta dal video alla Gambalunga realizzato per la mostra in corso

Sigismondo Pandolfo Malatesta, straordinaria e modernissima figura di mecenate e condottiero riminese del Quattrocento, era ossessionato dall’astrologia: si narra infatti che in occasione di ogni importante decisione consultasse il parere delle stelle. Il suo mito oscuro trae origine da questa e altre singolarità che non gli impedirono di dare vita al periodo di maggior splendore del dominio malatestiano sulla città.

È questa solo una storia tra le tante narrate, tra carte d’archivio, antichi codici e fotografie, insieme ai quattrocento anni di vita della Biblioteca Gambalunga di Rimini, nella mostra “Per documento e meraviglia” (fino al 26 gennaio nelle sale della biblioteca comunale) curata dalla direttrice Oriana Maroni, in collaborazione con Piero Meldini, Maria Cecilia Antoni e Nadia Bizzocchi.
E spicca tra le curiosità in mostra proprio l’Astronomicon di Basinio, poema finemente illustrato che rappresenta l’universo e le costellazioni, scritto nel 1455 e dedicato a Novello Malatesta, fratello di Sigismondo, che per la prima volta viene esposto dopo l’acquisizione da Sotheby’s da parte della Banca Crédit Agricole.

Il percorso della mostra si apre sulla Rimini del Trecento sotto il dominio dei Malatesta e annovera altri importantissimi documenti come il Codice pandolfesco, il De civitate Dei, scritto per Pandolfo Malatesta dall’amanuense Donnino di Borgo San Donnino e l’editio princeps dell’incunabolo De re militari di Roberto Valturio, illustrata da grandi xilografie acquerellate.
Altre presenze importanti sono poi il Il Vitto pitagorico di Jano Planco (aka Giovanni Bianchi), erudito riminese del Settecento che si scaglia contro il vegetarianismo, e il Discorso istorico-filosofico sopra il tremuoto dell’arciprete Giuseppe Vannucci (1750-1819) che propugnava la teoria secondo cui i terremoti sarebbero stati originati da violente scariche elettriche d’origine atmosferica o sotterranea.
E ancora – quale gioia per Brezsny e Paolo Fox – un manoscritto cartaceo di Malatesta Porta che attesta una disputa intorno all’ascendente della città di Rimini. Dibattito non risolto tra i segni di Cancro e Scorpione.
L’installazione “Ex libris per luci cangianti” di Daniele Torcellini a cura di Annamaria Bernucci chiude la sezione delle sale antiche, mentre la Rimini moderna e contemporanea è raccontata al piano terra nel percorso multimediale “Rimini, cos’è”: dal primo turismo balneare ai bikini ridottissimi, la narrazione accarezza l’epopea di Fred Buscaglione, del Paradiso Club sullo scorcio degli anni Cinquanta, poi la psichedelia fino al Pascià, ai primi topless e alla contestazione giovanile.

«Questa mostra è una provocazione aperta a tutti – spiega Maria Cecilia Antoni, collaboratrice per la curatela della mostra – perché oggi il patrimonio deve essere percepito nel modo più vario e vitale. La Biblioteca Gambalunga è una delle biblioteche più antiche e importanti d’Italia, fondata nel Seicento da un nobile laico nel suo palazzo residenziale e possiede oltre 350mila volumi, oltre a un grande archivio di periodici e materiale fotografico che rispecchia di fatto la storia della città».
Insomma: ci sono buone basi per pensare che Alessandro Gambalunga, coraggioso anticipatore dei tempi moderni, avrebbe apprezzato anche un po’ di scintillio cromatologico nella sua casa, vicino agli antichi codici miniati.

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