Holt, imperdibile canto della pianura

Haruf Trilogia HoltIn Italia la trilogia completa è arrivata nel 2016, ma Plainsong, il primo della serie, risale al 1999. Ed è qualcosa che sfiora il capolavoro e la perfezione. La cittadina di Holt, Colorado, e i suoi abitanti, inventati da Kent Haruf, rappresentano qualcosa per molti versi di straordinario nella mancanza di straordinarietà della storia, della trama, dell’ambientazione. La pianura, la cittadina di provincia (come non pensare, per esempio alla prima parte di Canada di Ford?), il mondo della scuola, le generazioni a confronto con i vecchi chiusi in case zeppe di roba ma senza radici troppo profonde e i bambini che portano i giornali all’alba nonostante il freddo (molto Walt Disney) e passano i pomeriggi in una terra da scoprire, in una sorta di frontiera personale della vita (forte è l’eco di Stand by me), le solitudini degli adulti così difficili da leggere e capire, le distanze delle madri, l’incapacità di accudire i figli. C’è tutto questo e molto altro grazie a personaggi complessi, uomini e donne che scartano leggermente dalla strada scontata e scelgono percorsi non previsti (e in questo c’è anche un po’ di Stoner) che potrebbero passare inosservati a un occhio disattento ma di cui Haruf ci rende testimoni. Questo è il lettore infatti: un testimone che osserva e ascolta, per strada, in classe, dentro le case. Pur accadendo per la verità non molto, il libro di Haruf è tutto azione e parte dell’azione sono i dialoghi, incredibilmente perfetti nella mimesi della realtà, talmente impastati con la trama da non aver bisogno di segni di interpuzione come le virgolette per separarli dal racconto, del resto questo è un canto, una song, delle pianure, quelle terre piatte dove si respira ancora il mito della frontiera e allo stesso tempo la disillusione del sogno americano, dove si fanno i conti di vite vissute non sempre all’altezza delle proprie aspettative eppure così spesso in grado di guizzi e riscatti, mai troppo tardivi. E in questa mimesi della realtà – del resto guardare e ascoltare non è ciò che facciamo nella vita reale nel relazionarci con gli altri? – c’è spazio per l’amore, l’ingiustizia, la sopresa, il dolore e anche la risata (i fratelli McPhersons da soli valgono forse il viaggio fino a Holt). Alla fine del libro, una sola consolazione, ce ne sono altri due: BenedictionEventide. Altri personaggi, stessa ambientanzione. In Italia sono meritoriamente pubblicati da NN editore (anche in un cofanetto) e tradotti da Fabio Cremonesi.

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