lunedì
07 Luglio 2025

Il fascino dell’esotica Mongolia di Yeruldelgger

Condividi

ManookÈ annunciata nei prossimi mesi l’uscita del terzo e ultimo volume della trilogia e dunque sarà bene arrivarci preparati, partendo naturalmente dal primo. Il titolo in questione è Yeruldelgger – Morte nella steppa di Ian Manook (Fazi editore, traduzione di Maurizio Ferrara) ed è senza dubbio un libro curioso, questo giallo, che mescola indagine, azione, tragedia e sentimento a profusione, momenti di comicità, personaggi tutti un po’ sopra le righe ma tutto sommato convincenti.

Naturalmente, un po’ come in Qiu Xiaolong con il suo ispettore Chen (tutti editi da Marsilio) e la Cina contemporanea, a renderlo quanto mai intrigante è soprattutto l’ambientazione che è quella della Mongolia d’oggi e di tutte le sue contraddizioni. Scritta e descritta (come la Cina di Xiaolong) a uso e consumo di occidentali profani e in molti casi prigionieri di più di un cliché.

I protagonisti, Yeruldelgger e Solongo (medico donna che vive in una yurta), sono in equilibrio tra tradizione e modernità, capaci di coniugare l’antico senza sclerotizzarlo in un paese in rapido mutamento. Le steppe infinite, i cieli magnifici, la pratica buddista, la yurta, la cucina tradizionale dei nomadi, i riti per entrare e uscire dalle tende si mescolano in una metropoli, Ulan Bator, dove intanto sorgono anche grattacieli e dove le periferie sono ancora fitte dei palazzoni di sovietica memoria e dove nelle fogne, che fogne non sono, vivono i derelitti ai margini. Ma in Mongolia, e nel libro, c’è anche il nuovo turismo, ci sono le ricchezze minerarie che attraggono gli stranieri soprattutto cinesi e coreani, l’orgoglio di una terra magnifica, una rilettura di Gengis Khan decisamente lontana dal mito, la corruzione di un sistema fragile e penetrabile. C’è tutto questo, ma ci sono ancora sofferenze individuali, ricerca personale, rinascita e riscatto, storie di padri e figli, amanti, tradimenti, scene di atroce sofferenza e torbida violenza, ma anche di delicata poesia con le marmotte da mangiare attorno al fuoco bevendo latte di yak. Un viaggio esotico e allo stesso tempo così umano da diventare in fretta familiare.

Condividi
Contenuti promozionali

LA CLINICA DELLA FINANZA

CASA PREMIUM

Spazio agli architetti

Casa Margaret, sguardo contemporaneo in un’atmosfera anni Sessanta

Il progetto realizzato a Faenza dallo studio ravennate Tundra

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi