Qiu Xiaolong e il racconto “in giallo” della Cina che cambia

Xiaolong RomanzoLa Cina oppressa dall’inquinamento è la protagonista dell’ultima avventura, L’ultimo respiro del drago (traduzione di Fabio Zucchella, Marsilio Editori) dell’ispettore capo Chen Cao di Qiu Xiaolong, lo scrittore cinese da tempo trasferitosi negli Stati Uniti che racconta agli occidentali una versione semplificata e digeribile del paese del dragone.

Il poliziotto poeta si trova a svolgere di fatto due inchieste parallele (tra cui una che lo coinvolge anche sentimentalmente) collegate dal grande tema che attraersa il globo: la qualità dell’aria, l’alto prezzo da pagare a uno sviluppo del paese sfrenato e che non può conoscere battute d’arresto, dove anche poter respirare aria decente diventa un privilegio da ricchi o alti funzionari del partito.

Mentre qua si firmano accordi sulla via della seta, mentre la Cina si sta sempre più imponendo come nuovo fondamentale player dell’economia mondiale e sta acquistando di tutto in Europa e non solo, mentre si legge che il colosso comunista sta “colonizzando” la vicina Africa, può essere oltre che gradevole quanto mai istruttivo andare in giro per la Shangai di oggi insieme a Chen e Yu, notarne i cambiamenti, percepirne l’aria irrespirabile, gustarne la cucina suprema (Chen è un buongustaio da prima che il cibo gourmet diventasse di moda), cogliere il linguaggio indiretto, il pudore, misurare gli spazi di manovra possibile dell’opposizione in un paese governato da un unico partito.

Chen scrive per gli occidentali senza rinunciare tuttavia a un ritmo lento dove l’azione si riduce a poco e tutto accade tra lunghi dialoghi infarciti di citazioni, detti, poesie e le riflessioni dei personaggi che hanno dubbi e tentennano ma sono di una moralità specchiata, non concepiscono il tornaconto personale e sono pronti al sacrificio in nome della giustizia.

Ma se i protagonisti di Xialong sono fin troppo “buoni” e senza ombre, instancabili lavoratori e acuti conoscitori dell’anima umano, non bisogna credere che si muovano in una Cina monodimensionale.
È proprio in questa capacità prospettica di osservare il sistema, nel continuo collegare il moderno all’antico che Xialong riesce a creare un altro romanzo in cui osservare quel gigante affascinante e ancora così sconosciuto e rendercelo più familiare, maneggevole, comprensibile.
Anche e proprio perché è una Cina in mutamento quella che fa da sfondo alle indagini di Xialong, dove i panorami, le tecnologie avanzano e le spinte democratiche arrivano da più parti.

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