Il traduttore, un giallo letterario ma non troppo

Il TraduttorePer chi ama i libri in generale e la storia editoriale, la trama è a dir poco intrigante. Il traduttore del Dottor Zivago viene ucciso, in casa sua, prima che consegni il libro. Siamo nella Milano degli anni Cinquanta e l’editore Feltrinelli sta compiendo un’operazione storica: pubblicare quella storia d’amore che in Unione Sovietica viene guardata con tanto sospetto. Il romanzo si intitola infatti Il traduttore, a pubblicarlo è la stessa Feltrinelli, e l’autore è Biagio Goldstein Bolocan, docente di storia e alla terza fatica letteraria. A indagare Ofelio Guerini, unico nella Questura ad avere trascorsi da partigiano e una sensibilità che lo distingue dai colleghi. Ha un corpo ingombrante, si sente spesso a disagio, ama molto la moglie ed è un uomo che coltiva il dubbio, consapevole dei propri limiti. Attorno a lui si muovono spie che vengono dagli Stati Uniti e dall’Unione Sovietica, perché quello potrebbe essere un caso da trattare nello schema della guerra fredda. Sono personaggi particolarmente riusciti, perché li vediamo sotto un lato umano, lontani da cliché allo 007. Un romanzo gradevole proprio per questa ambientazione, per la capacità di raccontare Milano con gli occhi di chi non è di Milano, seppur con qualche passaggio scontato. La lingua è ricercata e sembra a tratti voler mimare quella degli anni Cinquanta, forbita e rigida, a discapito della scorrevolezza e dell’immediatezza. Una storia di ricerca della verità che svela, come nei migliori gialli di tradizione, strati di ipocrisia e fragilità umane, con un finale forse non pirotecnico ma tutto sommato funzionale alla storia.
Un libro dunque che mescola un po’ i generi, che inventa un poliziotto piuttosto curioso, inevitabilmente ricorda un po’ Maigret, anche se la sua consorte ha una spinta all’indipendenza con cui il commissario francese non si era dovuto confrontare.
Un libro tutto sommato gradevole, un personaggio che fa piacere conoscere, una storia originale, un’ambientazione riuscita, la compartecipazione di personaggi realmente esistiti come l’editore Feltrinelli in persona che aggiunge fascino alla vicenda, del resto completamente inventata.

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