Quanta miseria in quel bestiario culturale di Isbn

Il consiglio è non leggere le sue interviste, tipo a Vogue. Perché lì assomiglia un po’ troppo forse ai suoi stessi personaggi. Meglio andare direttamente al libro di Giovanni Robertini. L’ultimo party, bestiario del lavoro culturale è un cinico e a tratti molto divertente per quanto desolante racconto del cosiddetto mondo culturale della grande metropoli dell’editoria, Milano. Lo ha scritto uno che questo mondo, chiaramente, lo conosce bene. Basti pensare che Robertini è un autore televisivo, tra l’altro, per Le invasioni barbariche (sigh). In questo libro pubblicato dalla Isbn dalla grafica super accattivante con le belle illustrazioni (vedi foto, e sennò che bestiario sarebbe?) di Ana Kras, Robertini passa in rassegna la modella, lo scrittore, lo stylist, il dj, lo stagista… (non c’è traccia di editor o traduttori o correttori di bozze, troppo poco glamour, evidentemente). Ritratti in alcuni caso folgoranti, in altri meno, ma che comunque popolano questo mondo, in modo caricaturale, ma fondamentalmente veritiero.
In realtà, attraverso questa galleria, il libro fotografa anche lo stato di profonda crisi di soldi ma soprattutto di idee dell’editoria oggi, che volenti o nolenti rischia di coincidere con la povertà di idee di una parte importante del mondo culturale. Il declino inesorabile verso ciò che va di moda a discapito di qualsiasi ricerca, la festa di chiusura di una casa editrice come evento mondano, quasi un funeral party da cui ciò che rinascerà sarà qualcosa di più volgare e più rozzo. Peccato che il gioco narrativo (a scrivere è lo scrittore ospite pagato per questo dall’editore per fare i ritratti dei presenti al party) alla fine non riesca a reggere e la chiusura davvero non è all’altezza della prima parte. Un po’ come accade nel racconto allegorico dello scrittore, vero e proprio libro nel libro, incentrato sul suicidio di un panda che scatena una serie di riflessioni tra i consimili. Anche in questo caso, se la prima metà è godibile e strappa qualche risata amara citando David Foster Wallace, il finale non è memorabile. Ma il libro ha di bello, come ogni bestiario, che può essere consultato o letto senza necessariamente arrivare in fondo.

Giovanni Robertini, L’ultimo party, Isbn, pp. 184.

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