Quanto mestiere in “Prima di cadere”

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“Prima di cadere” di Noah Hawley

Allo sceneggiatore di serie come “Bones” e “Fargo”, Noah Hawley, una chance come scrittore non si può negare, anche al netto delle citazioni roboanti delle recensioni uscite negli Usa. In Italia Prima di cadere è arrivato nel 2017 per Einaudi, tradotto da Marco Rossari, ed è un po’ quello che è lecito aspettarsi, ma non molto di più. Ossia un thriller scritto con molto mestiere, ben costruito, che dà l’occasione per riflettere su una società sempre più ossessionata dallo smisurato accumulo di denaro e sempre più classista, sulla “fame” di notizie e sui meccanismi perversi della tv che deve “produrre” notizie anziché raccontarle per riempire intere giornate di programmazione, su come da vittime si possa essere trasformati in carnefici, sulla privacy e via discorrendo.

La trama è piuttosto semplice: un aereo privato che sta volando tra Martha’s Vineyard a New York si inabissa. Seguono le indagini. A bordo naturalmente trasportava ricchi e potenti, oltre all’equipaggio. E così il libro, come una fiction ben costruita, ci racconta la vita di tutti e sette gli adulti in volo (due sono bambini) per farci scorgere eventuali motivi che potrebbero aver causato la tragedia. E da qui esce appunto lo spaccato della New York dei ricchi, con qualche squarcio verso la “normalità” non troppo edificante, con storie di smarrimenti e redenzioni, di ossessioni, di rapporti di coppia più o meno riusciti e falliti.

Tutto molto ben scritto, ben orchestrato, la suspense sapientemente dosata, i cliché usati con abilità senza (quasi) mai eccedere, cattivi degni di tal nome, buoni con qualche ombra, ma anche buoni cristallini. Il finale forse non è all’altezza delle aspettative ma nemmeno si può definire deludente. E alcuni personaggi sono effettivamente più riusciti di altri e in grado di suscitare l’empatia di più o meno chiunque. Ma la speranza è che non sia questo  il thriller dell’anno e che qualcosa di più originale, sorprendente e magari anche “fastidioso” ci attenda nei prossimi mesi.  E magari invece aspetteremo con più impazienza la prossima serie tv di questo versatile artista cinquantenne con trascorsi da avvocato che vive tra Austin e Los Angeles.

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