Un mondo di libri e tutto quello che ci sta intorno

Leggere... Antonio FranchiniTutto o quasi quello che si può fare con i libri: leggerli, possederli, venderli e bruciarli. Il libello dato alle stampe dal noto editor Antonio Franchini (prima di Mondadori, oggi a Giunti) proprio con il titolo Leggere possedere vendere bruciare che campeggia sull’immagine di una libreria, ancora una volta per Marsilio, è un breve e coninvolgente viaggio dentro un mondo che per qualcuno è un mestiere, per molti un passatempo, per alcuni una passione, per altri una vera e propria ossessione.

In poco più di cento pagine Franchini riflette, racconta, mitizza, teorizza e collezione aneddoti dalla sua lunga vita professionale, ma anche personale e familiare attingendo anche dal precedente Memorie di un venditore di libri. Ritroviamo infatti il magnifico Procolo Falasco, agente librario nel sud Italia, con i suoi racconti tra l’epico e il comico che scopriamo chiamarsi in realtà Don Ferdinando e che accompagniamo in un viaggio con Franchini tra gli “stagionali” della costiera amalfitana in inverno, quei posti dove si vendono libri a villeggianti indecisi tra «un romanzo o un paio di infradito».
Ma scopriamo anche quanto è difficile bruciare davvero i libri e quanto quei 451 gradi della Scala F di Bradbury siano indicativi in un’immagine di rara potenza simbolica. Ma soprattutto entriamo nel mestiere di Franchini, soprattutto in quello di lettore di manoscritti e così nel cuore del sistema editoriale italiano, incontrando anche tanti personaggi che ne hanno fatto la storia recente.

Asciutto, diretto, privo di qualsiasi boria ma anche di ipocrita understatement, Franchini ancora una volta si conferma per quella sua scrittura elegante, avvolgente, articolata che si adatta ai diversi registri senza perdere una sua cifra ben riconoscibile, fatta di precisione ma anche di calore, di gusto per una sintassi ricca che non diventa però mai barocca e non conosce orpelli. Un racconto fatto di idee, ma anche di sudore, miserie e risate. Un occhio lucido sull’editoria, uno sguardo necessariamente cinico ma che non perde mai l’incanto o il rispetto per chi un libro comunque sia prova a scriverlo.

Anche nel paese in cui “c’è più gente che scrive di quanta ce n’è che legge” o nel paese in cui “i libri non si vendono e non si sono mai venduti”, per citare alcune delle frasi ricorrente del mondo editoriale nostrano che chiunque abbia mai avvicinato non può fare a meno di aver sentito, anche più di una volta. Un libro sui libri (ormai genere tanto amato…) diverso dagli altri, vero, magnetico, affascinante.

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