Come il guscio è per il gheriglio così il teatro è per l’arte. Rinasce il Galli di Rimini

Taetro Galli RiminiCos’è un teatro? Si può definire come un edificio ideato per rappresentazioni sceniche. Nel corso di quest’anno si è sentita ogni genere di sciocchezza in merito ai teatri: che sono ricettacoli per spese inutili, che non hanno più ragion d’essere nel contesto sociale contemporaneo, che sono ininfluenti per l’economia locale, per tacere di quello che si è letto sul web. Qualche locale leone da tastiera addirittura è arrivato a scrivere che per l’opera si deve andare a Verona.

Tutte queste voci testimoniano molto sul teatro in effetti. Più di ogni altra cosa, queste diventano un enorme campanello d’allarme su quanto in realtà ci sia bisogno del teatro nella quotidianità. Ignorando la morte di Polonio, l’amore di Giselle, il sacrificio di Tosca o le composizioni di Leopold Mozart, si hanno meno strumenti per capire il mondo, distinguere il bello, comprendere l’altro. La società verso la quale si sta rapidamente andando è un groviglio di odio e insensibilità, di freddezza e ferocia: l’unico modo per porre un freno a ciò è soffermarsi alla contemplazione del bello.

Rimini ha deciso che era ora di farlo. Il 28 ottobre 2018 sarà stampato nella memoria di ogni romagnolo: dopo 75 anni il teatro Galli è di nuovo aperto.
Un’inaugurazione simbolicamente densa di significato con una stella di prima grandezza, Cecilia Bartoli che, è noto, vanta proprio ascendenze riminesi. In scena la Cenerentola di quel Rossini, metà marchigiano e metà romagnolo forse proprio come il pubblico che riempirà il teatro, simbolo di un riscatto che porterà la città romagnola a godere della bellezza dentro a una struttura magnifica.

Come il guscio è per il gheriglio, così il teatro è per l’opera d’arte (sia essa prosa, danza o musica), sua sede naturale e perfetta. Ogni grande città ha bisogno di un luogo in cui l’arte possa esprimersi al più alto grado e Rimini si è finalmente riappropriata di una parte significativa della sua identità culturale.
Le parole dette il 10 luglio scorso da Riccardo Muti a Firenze («Il nostro è un paese che ha bisogno [..] di aprire altri teatri») suonano ora come una profezia felicemente avveratasi proprio in una regione significativa per il Maestro.

La Romagna è certamente uno dei fazzoletti di terra italiana nel quale la cultura non è sottovalutata, ma valorizzata e vissuta come un valore da conservare e tramandare alle generazioni future. Finalmente un’altra delle Sette Sorelle ha il suo teatro. Forlì, ora tocca a te!

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