Ma lo sapevate che l’Accademia Bizantina ha fatto uscire un nuovo disco? La recensione però ve la fate voi dopo averlo ascoltato. Qui si può dire che sono davvero bravi tutti e che dal punto di vista della prassi esecutiva è una gioia per le orecchie. E con questo ci vediamo tra due settimane. No, dai, parliamo un po’ di questo disco. Intanto è un disco doppio dal titolo Il trionfo della Fama e si tratta di una serenata composta da un italiano attivo a Vienna nel primo Settecento, il famosissimo Francesco Bartolomeo Conti. Della sua celebrità è presto detto, egli era il compositore della corte imperiale e non c’è bisogno di spiegare che se si era al servizio della massima carica della nazione si era, gioco forza, servitori (perché all’epoca i musicisti erano considerati nel corpo della servitù) ambiti. In più si era anche “produttori” di opere ricercate, così i musicisti che più in alto nella scala gerarchica salivano, poi avevano più richieste. È legge di mercato e ha sempre regolato la produzione musicale.
Lungi dal voler indagare la sua vita amorosa, Conti, poi, era attratto dalle cantanti tanto da sposare in seconde nozze Maria Landini, il soprano più pagato di Vienna. Proprio la moglie tenne a battesimo diverse opere del marito e di Johann Joseph Fux (secondo componente della triade dei compositori che, insieme ad Antonio Caldara, impazzava per Vienna al tempo). Non è, dunque, strano che il successo potesse arridere a Conti tanto da essere ingaggiato per comporre una serenata in occasione dell’onomastico di Carlo VI, imperatore del Sacro Romano Impero e, nel 1723, fresco di incoronazione quale Re di Boemia. In fondo, poi, la serenata viennese, se così si può definire, poteva avere due anime, quella cameristica e quella fastosa, quella statica e quella con un allestimento semiscenico (ma non diciamo messa in scena, sarebbe eccessivo). Questo genere poteva avere, come in questo caso, un valore celebrativo non solo per i regnanti, ma anche, e soprattutto, per il popolo che, come in questo caso, poteva vedere come la casa asburgica affermasse la propria gloria anche investendo munificamente in una politica culturale di altissimo profilo. Quanto mancano queste politiche oggi!
Tornando al disco, registrato dal vivo all’Innsbrucker Festwochen der Alten Musik del 2024, è una di quelle perle rare, particolari e belle che non possono mancare in una discoteca che si rispetti, che sia essa fisica o digitale.