Le campane a Pasqua nel silenzio di questo periodo

CampaneQuello che stiamo vivendo oggi è uno dei periodi più alienanti che la storia moderna si è trovata ad affrontare. Sarebbe interessante, tra 50 o 100 anni, leggere cosa sarà scritto sui libri di questo bigatto invisibile che costringe tra le mura l’umanità intera. Certo è curioso che questa cattività stia cadendo principalmente nel periodo quaresimale. I simbolisti si fregano le mani, a buon diritto, e c’è da dire che se non altro, è davvero bizzarra la circostanza. Contrizione richiesta teologicamente e applicata de iure, pur senza una correlazione.

Ciò che ne consegue è l’assenza. L’antropizzazione rallenta e la natura si riappropria, se non degli spazi, almeno dei suoni. Tendere l’orecchio tra le vie delle città sempre più simili al centro storico di Craco, in Basilicata, rende l’idea di come il mondo sonoro sia inquinato dall’intervento umano e dalle sue imprescindibili attività.

È evidente, quindi, come il suono delle campane si stagli nitido e preclaro. La campana è uno strumento idiofono dal grande impatto acustico che è stata storicamente associata, ben prima dell’avvento del cristianesimo, alla sfera sacra, ma non solo. Nel corso dei secoli, poi, si è affermata per la sua funzione evocativa e per la capacità di essere udibile a grandissima distanza. Se usata in ambito civile adempie a funzioni di segnalazione, mentre declinata ieraticamente acquista un significato di legame tra Uomo e Dio.

Proprio in Quaresima l’uso di questo strumento musicale è davvero eloquente: la Domenica delle Palme è il punto più gioioso del periodo quaresimale e le campane sono chiamate a spandere le loro vibrazioni senza sosta. Questa libertà, però, è destinata a finire poiché dal Santo della Messa in cœna Domini del Giovedì Santo le campane devono essere legate per non proferir suono alcuno, imbavagliate per ricordare la morte di Gesù. Soltanto nella notte tra il Sabato Santo e Pasqua questi strumenti vengono sciolti e possono cantare la gioia dei fedeli.

L’attuale periodo storico, in effetti, ricorda molto il Triduo pasquale, nel quale la vita sociale in generale e la musica in particolare è anestetizzata, serrata nei ceppi, in attesa di una risurrezione che, al momento, è lontana.

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