Ciò che è andato in scena il pomeriggio dell’1 ottobre al teatro Rossini di Lugo rappresenta una particolarità che solo in seno al Festival Purtimiro poteva trovare sede adeguata in terra romagnola. La Cappella Neapolitana (invero un po’ appannata dalle fatiche dell’opera della sera precedente) diretta non dalla bacchetta, ma dalle sapienti mani di Antonio Florio ha impreziosito la domenica lughese con una “commedeja le museca”, tipico teatro comico napoletano nato a metà Seicento e fiorito durante il secolo in cui la capitale della cultura musicale europea giaceva alle pendici del Vesuvio.
Un vero peccato constatare che, al contrario di tutti gli altri appuntamenti di questo primo fine settimana di Purtimiro, il pubblico abbia grandemente snobbato l’opportunità di ascoltare le interpretazioni di Pino De Vittorio, autentico mattatore del pomeriggio musicale. La grande vis comica dell’attore-cantante che ha raccolto la pesante eredità del buffo della Commedia dell’arte ha catalizzato l’attenzione del pubblico tutto tanto che la sua presenza era titanica in enorme e comica antitesi con la sua snella figura. La bravura di De Vittorio è manifesta tanto in ruoli della tradizione quali Pulcinella, quanto in ruoli en travesti e la sua arte attoriale non risparmia nemmeno direttore e primo violino, vittime loro malgrado di brevi siparietti. Proprio nell’ultimo di questi momenti di comicità l’attore rompe la quarta parete dichiarando scherzosamente di non conoscere il bis, poc’anzi annunciato dal Maestro Florio.
Questi pomeriggi sono il perfetto viatico per estendere il piacere della musica colta anche ai meno avvezzi, tuttavia ancora una volta il pubblico si è dimostrato poco incline a recepire l’invito di un avvicinamento all’arte musicale dei secoli d’oro della Cultura.