Fra sacro e profano la chiusura in bellezza di “Purtimiro” 2017 al Rossini di Lugo

Alessandrini Concerto Italiano PurtimiroRecentemente si è conclusa la seconda edizione del festival “Purtimiro” sul palco del teatro Rossini di Lugo. Gli spettacoli andati in scena per il finale questo mirabibile cartellone di eventi si possono sintetizzare come un’esaltante galoppata verso un finale roboante dedicata alla cultura musicale del barocco.
L’apertura di questa maratona musicale è stata all’insegna della musica sacra con un oratorio di Antonio Caldara, La morte di Abel, che ha richiamato, purtroppo, più che gli ascoltatori per diletto, banchi di addetti ai lavori che hanno potuto apprezzare la pregevole esecuzione del Concerto Italiano diretto da Rinaldo Alessandrini.
Proprio il cembalista romano è stato protagonista, insieme al violinista Enrico Gatti, dell’appuntamento sabatino dedicato interamente all’opera di Johann Sebastian Bach ed alle trascrizioni olografe dei due insigni maestri. Se, però, la Partita BWV 1013 nella versione per violino ha richiesto grande fatica al musicista perugino, all’opposto, la Sonata BWV 964 dà l’opportunità al cembalista di dimostrare ancora una volta la magnificenza della sua arte.
Il duplice appuntamento domenicale, invece, si ascrive alla categoria della classica ciliegina sulla torta. In pomeridiana il pubblico lughese ha potuto assistere al Dittico buffo, appuntamento con due intermezzi nei quali vero mattatore è stato il partenopeo Filippo Morace, incredibile istrione dalla grande musicalità e gigantesca presenza scenica, ottimamente spalleggiato dalle due partner d’eccezione, Lavinia Bini e Daniela Pini, ottime interpreti di personaggi femminili particolarmente sfaccettati, nonostante la pochezza della trama dei due intermezzi.
Il festival 2017 in effetti si è chiuso col botto. Il binomio costituito da Monteverdi ed Alessandrini è tra i più apprezzati tra chi frequenta la musica antica, perciò non stupisce che il musicista romano, a capo di quello splendido gruppo di madrigalisti che costituisce il Concerto Italiano, abbia offerto una lettura incredibilmente nitida e dettagliata di ogni piccola insenatura del pensiero musicale monteverdiano, proponendo una carrellata di madrigali che abbracciano l’intero arco compositivo della produzione del Divino Claudio.
La bellezza è un fiore sempre più raro, è nostro dovere e piacere saperla cogliere quando ci si presenta.

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