Il pasticcio dei vari amori del Monteverdi, non del tutto amorevoli a “Purtimiro”


Pasticcio. Secondo il dizionario Treccani «denominazione delle opere teatrali costituite da pezzi […] di composizioni differenti». Diversi tipi d’amore, spettacolo andato in scena il 7 ottobre sul palco del teatro Rossini di Lugo, all’interno del festival “Purtimiro”, è sicuramente definibile con questo lemma.

La serata è partita con l’anelito di condensare in poche note le varie declinazioni dell’amore secondo il Monteverdi operista: si sono quindi succedute pagine tra le più belle di due tra le opere più note del compositore cremonese, L’incoronazione di Poppea e Il ritorno di Ulisse in patria.
Fino a qui nulla di male, tuttavia è proprio dal passo successivo che lo spettacolo comincia a mostrare qualche crepa.

La prima, subdola, è la crepa drammaturgica: decontestualizzare in questo modo la musica dall’intreccio dell’opera è un rischio. Senza un nesso logico consequenziale, le pagine monteverdiane si riducono a un catalogo dongiovannesco a tema amoroso, portando sulla scena poco più che un concerto con scenografia e costumi invece dello spettacolo che questo vorrebbe aver la pretesa di essere.

La seconda, purtroppo, dipende dai cantanti poco in serata. Vocalmente opachi, si salvano Raffaele Giordani e Arianna Vendittelli, oltre ovviamente alla superba Sara Mingardo: va, però, sottolineata la grande maturità scenica che il lughese Carlo Vistoli pare aver raggiunto, grazie all’ottima carriera internazionale che lo sta vedendo protagonista.

L’ultima è, incredibilmente, l’orchestra. Concerto Italiano è una delle più note e celebrate orchestre “storicamente informate” d’Europa e appare incredibile che l’attitudine strumentale di questo gruppo sia smaccatamente settecentesca nonostante il repertorio del primo Seicento.
Non vengono attuate sprezzature (e i brani strumentali di Biagio Marini, collanti tra le parti vocali, ne avevano davvero bisogno!), il gusto dell’urto della dissonanza viene sistematicamente celato ed evitato, i pizzichi del basso continuo “sbrodolavano” costantemente indipendentemente dall’affetto: incredibile davvero credere che questo tipo di esecuzione sia diretta da Rinaldo Alessandrini che, purtroppo, tocca invece troppo poco il cembalo, con il quale disfa e crea a suo piacimento come Eros con le sue frecce.

Il bello era sicuramente presente al teatro Rossini, tuttavia non è stato trattato con la dovuta cura.

Nel video, un  frammento da un brano de L’incoronazione di Poppea di Claudio Monteverdi, andato in scena il 7 ottobre 2019 nello spettacolo antologico “Diversi tipi di amore” , al Teatro Rossini di Lugo. Nel finale l’aria «pur ti miro…» che da anche il titolo al festival di musica barocca con la direzione musicale di Rinaldo Alessandrini

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