Sul ruolo della critica musicale. E il premio Abbiati a Elena Sartori

Elena Sartori

La musicista e direttrice d’orchestra ravennate Elena Sartori

In un Paese che annovera 60 milioni di cittì della nazionale e altrettanti virologi, è strano porsi la seguente domanda: chi è il critico musicale? La prima risposta, alla luce delle premesse, potrebbe essere semplicemente ogni abitante dell’italico stivale; uscendo, però, dal faceto luogo comune, bisogna riflettere su cosa comporti e quali competenze siano davvero necessarie a chi svolge questo mestiere.

Sembra scontato, ma il primo requisito essenziale è possedere una conoscenza musicale. Parlare di musica senza, quella musica, saperla leggere (e, perché no, suonare) non è possibile, o meglio, non lo è utilizzando i termini corretti. Non sono rari coloro che, seppur con buona volontà, non posseggono alcuna formazione musicale e, comunque, si ergono ad arbitri in una tenzone della quale non hanno percezione delle regole nella loro interezza. Spesso questo genere di critici si ripara dietro lo scudo della storia, che è, effettivamente, il secondo requisito. La conoscenza di questa, invero, è altrettanto necessaria: è solo grazie alla lente della storia che si possono leggere al meglio le esecuzioni di oggi.
Il terzo requisito è emanazione del secondo, infatti, questa storia, non è solamente la conoscenza dello svolgersi degli eventi, bensì deve essere una sintesi tra questa imprescindibile componente e alcuni aspetti quali la storia dell’interpretazione, l’evoluzione dello stile e il contesto nel quale l’opera musicale nasce.

È, a questo punto, evidente, che non tutti i Commissari Tecnici italiani potranno anche assurgere al ruolo di critico musicale. C’è, però, un’associazione che annovera molti (ma non tutti) questi esperti che hanno votato i loro interessi all’approfondimento e allo studio di questa disciplina, l’Associazione nazionale critici musicali. Tra le varie attività dell’associazione ve n’è una assai lodevole, tanto da meritare il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e l’alto patronato del presidente della Repubblica, il famoso Premio Abbiati, intitolato al famoso critico bergamasco del “Corriere della Sera”.

È di questi giorni la notizia che questo importantissimo riconoscimento (Premio Abbiati del Disco 2021) abbia trovato casa anche a Ravenna per merito del grandioso lavoro di Elena Sartori che, con l’incisione per Glossa dell’Orfeo di Luigi Rossi, accende l’ennesima (e forse definitiva) luce sul panorama musicale romagnolo.

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