Un notevole Pinocchio, per nuovi amanti del teatro d’opera

Pinocchio Opera Tarabella

Foto di scena di Andrea Simi

L’opera lirica è forse il genere teatrale-musicale più completo che la mente umana abbia concepito. Musica, parola, danza, legate insieme in un’arco narrativo che suggella il buon esito di questo incontro. La grandissima maggioranza delle opere in cartellone nelle stagioni contempla titoli concepiti in quel secolo che, dell’opera, ha fatto (almeno in Italia) la propria bandiera, sia come forma di intrattenimento, sia per la valenza politica che questi lavori acquisivano in un Paese che ambiva all’Unità. I soggetti di queste opere, dapprima di carattere mitologico-pastorale, pian piano si sono nutriti di quella letteratura più o meno nobile che era prodotta nel corso degli anni.

Tra questi soggetti è stato il capolavoro di Collodi a fornire l’argomento per le note composte nel 2019 da Aldo Tarabella e andate in scena sabato 26 marzo nel teatro Alighieri di Ravenna per la bella regia del compositore stesso. La serata ha rivelato alcune sorprese. In primis la voce di Leonora Tess nei panni di Pinocchio. Dotata di una buona tenuta scenica, il soprano si districa con grande sicurezza tra le insidiose note che la partitura tarabelliana le concede, valorizzando il personaggio eponimo. Peculiare il timbro della Fata, interpretata da Yulia Tchachenko, interessante soprattutto per un curioso vibrato che caratterizzava particolarmente bene il ruolo nel quale era impegnata mentre non semplici erano il Gatto e la Volpe, cantati in maniera egregia rispettivamente da Sara Rocchi e da Consuelo Gilardoni.

Per quel che riguarda le voci maschili su tutte spicca quella di Pietro Terranova, notevolissimo Mangiafuoco, mentre Clemente Antonio Daliotti e Andrea De Luca (Geppetto e Grillo parlante) combattono con una scrittura discutibile che ne opacizza la voce, rendendoli meno intellegibili al pubblico. La grande sorpresa della serata è, però, l’Orchestra Arcangelo Corelli che, sebbene a volte ecceda nel forte, si dimostra all’altezza dell’opera anche grazie alla guida sicura e convincente del maestro Jacopo Rivani, visibilmente a suo agio in questo repertorio.

Bello davvero sentire il Coro Voci Bianche Ludus Vocalis guidato da Elisabetta Agostini e non è una novità che siano così bravi questi ragazzi. Peccato per il teatro vuoto dal terz’ordine in su, con una platea composta per lo più da giovani compagni di studi dei ragazzi sul palco, tuttavia ci sono buone speranze che queste serate colpiscano nel segno i cuori di nuovi amanti del teatro d’opera.

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