E cosa ascoltava l’uomo quando sbarcò sulla luna?

Rolling Stones Let It BleedIl 20 luglio di cinquant’anni fa l’uomo andò per la prima volta sulla luna, ve lo hanno ricordato un po’ tutti fino allo sfinimento, in queste settimane. Ma cosa ascoltava l’uomo, nell’anno in cui è andato fin sulla luna?

Qualcosa di incredibile, va detto subito. Basta scorrere le liste dei migliori dischi del 1969 per capire come cinquant’anni fa fossimo decisamente avanti in campo musicale, rock in particolare. E se la corsa allo spazio fu vinta dagli americani (sui russi) c’è da dire che la particolare guerra fredda musicale in quel leggendario anno fu vinta dalla Gran Bretagna, con l’incredibile accoppiata (post-allunaggio) di Let It Bleed dei Rolling Stones e Abbey Road, ultimo album in studio dei Beatles (ascoltateli oggi e vi meraviglierete della loro attualità, ridimensionando in pochi minuti decine di gruppi indie-blues-pop-rock celebrati in questi ultimi cinquant’anni) a cui si devono aggiungere almeno i primi due (in pochi mesi) grandi album dei Led Zeppelin (dentro c’è così tanta psichedelia da rimanerci storditi), l’incredibile debutto fuori dagli schemi di In the Court of the Crimson King dei King Crimson, dove rock e jazz e avanguardia si fondono (ascoltare per credere il pezzo “21st Century Schizoid Man”) , e ancora, il folk-rock dei Fairport Convention, il debutto del cantautore malinconico per antonomasia, Nick Drake, o i Kinks di Village Green Preservation Society, solo per restare ai più eclatanti del Regno Unito.

Gli Stati Uniti potevano comunque replicare, ai tempi, con un album che dalla luna sembrava proprio arrivare, come Trout Mask Replica, di Captain Beefheart, tra i più epocali e difficili della storia del rock, e con una sorta di gemello “fusion” qual è Hot Rats di Frank Zappa, passando per il quarto disco, culto assoluto, del compianto cantautore d’avanguardia Scott Walker, la musica nera di Isaac Hayes e del suo capolavoro Hot Buttered Soul, il proto-punk degli Mc5 (è del 1969 infatti il celebre Kick Out the Jams), l’omonimo debutto degli Stooges, manifesto garage rock, il sottovalutatissimo (all’epoca) terzo disco dei Velvet Underground, il debutto di Crosby, Stills, Nash & Young o il brown album della Band (da top 5 del 1969).
E se consideriamo allora anche il Canada ecco Everybody Knows This Is Nowhere di Neil Young o le Songs from a Room di Leonard Cohen, mentre dal resto del mondo citiamo almeno il debutto “kraut” dei tedeschi Can.
E tutto questo lasciando colpevolmente fuori almeno un’altra decina di dischi clamorosi. Fatevela insomma, su Spotify, una playlist dell’anno dello sbarco sulla luna…

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