Dieci dischi importanti del decennio

Con il sentore che da qui a fine anno non dovrebbero uscire dischi epocali, ecco una lista di quelli che invece hanno caratterizzato questo decennio che si sta per concludere, prendendo in considerazione il sempre più variegato mondo del rock internazionale, inteso sempre in senso molto lato. E in particolare in senso molto “black”, se si considera da dove sono arrivate le cose migliori, a partire dalla consacrazione, in tempi e modi diversi, di due rapper.

Da una parte quello che viene sempre più considerato un genio anche al di fuori dalla cerchia hip hop, Kendrick Lamar (di certo nella parte più alta della classifica con il suo To Pimp a Butterfly, anno 2015, ma avremmo potuto scegliere anche Damn, di due anni più tardi), dall’altra quella che è diventata più che altro una pop star globale, discussa e discutibile, come Kanye West che nel 2010 (subito dopo aver “sostituito l’arcata inferiore dei suoi denti con dei diamanti fissi a forma di denti”, da Wikipedia) pubblica un disco fuori ogni tempo e ogni genere come My Beautiful Dark Twisted Fantasy (ma nel listone avrebbe potuto pure finirci il suo Yeezus del 2013, in attesa del nuovo album che dovrebbe uscire in effetti a breve).

Arrivano sempre dal mondo black, sponda soul e R&B, un’altra pietra miliare di questo decennio, il Black Messiah (2014) di D’Angelo, terzo (e per ora ultimo) album in studio in 25 anni del cantautore americano; l’incredibile manifesto di musica black contemporanea di Channel Orange a firma Frank Ocean (anno 2012) e l’omonimo disco del 2013 di Beyoncé, entrata del tutto inaspettatamente tra i grandi di questo decennio.

Allargando lo sguardo al resto del mondo pop, sono diverse quelle che hanno cercato di diventarne “regina”, la più convincente delle nuove leve, dal punto di vista autoriale, è probabilmente la giovane neozelandese Lorde, di cui ricorderemo Melodrama (2017).

In ambito più classicamente (e malinconicamente) rock è probabilmente doveroso inserire High Violet dei National, che forse non sarà il migliore disco della band ma di sicuro è quello che li ha resi immortali per la maggior parte dei loro fan.

E restando tra i grandi nomi del rock mondiale, va sottolineato l’enorme lavoro di ricerca di Pj Harvey, tra Let England Shake e The Hope Six Demolition Project, così come l’incredibile addio di David Bowie in BlackStar (in quel gennaio del 2016) o lo straziante Skeleton Tree di Nick Cave.

Per i dischi più di nicchia (uno su tutti, il Benji di Sun Kil Moon), magari ci risentiamo, ora il consiglio è quello di riascoltare per bene questi…

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