“Loro 1”, un film non politico e al 100 percento Sorrentino

Loro 1 SorrentinoLoro 1 (di Paolo Sorrentino, 2018)
Sergio Morra è un giovane figlio di imprenditore che nella sua Taranto preferisce, al mestiere del padre, l’affarismo a colpi di escort, droghe e festini. Ma per realizzarsi capisce che deve spostarsi dalla provincia a Roma e deve incontrare Lui, Silvio Berlusconi. Lo fa con l’aiuto di Kira, considerata “ape regina” di questo mondo proprio per via dei rapporti con Lui, che per tutta la prima parte aleggia come uno spirito nelle suonerie dei cellulari e… nei fondo schiena delle ragazze.
Paolo Sorrentino dopo il Divo Andreotti torna a parlare della nostra storia più recente (la vicenda parte nel 2006) attraverso il personaggio politico più potente e più influente dei giorni nostri, senza scendere minimamente nell’analisi politica e sorvolando l’attualità come un naturale flusso di tempo.
Sorrentino torna, dopo La grande bellezza, a parlare della Roma decadente, di una società dall’apparire e del comprare con più leggerezza e ironia del capolavoro precedente. Il film parte lontano da Lui, per arrivare lentamente a quello che è il suo mondo, racconta Roma che è la vetta di un’Italia che conosciamo e che esiste ancora celando dietro nomi di fantasia alcuni dei personaggi più squallidi delle cronache prima rosa poi giudiziarie del nostro paese.
Unici personaggi reali, chiamati per nome, sono Silvio, l’allora moglie Veronica (non viene però mai citato il cognome), il “menestrello” Apicella e a sorpresa l’allora giovanissima Noemi Letizia, ovviamente tutti interpretati da attori (l’unico personaggio reale che interpreta se stesso nel gustoso cameo finale lo lascio scoprire a voi).
Si scopre subito come alcuni personaggi, a partire dal Morra interpretato da uno Scamarcio in grande forma, siano facilmente riconducibili ai protagonisti reali, mentre altri costituiscono un abile mix “sorrentiniano”, tra i quali svetta il politico Santino (un grande Fabrizio Bentivoglio) che coniuga abilmente Bondi, Formigoni, Scajola e ha il look di Cirino Pomicino. Geniale.
Ma Loro 1 oltre a non essere un film politico, è un marchio 100% del regista napoletano, che fin dalla prima inquadratura (protagonista un capretto) ricorda a tutti noi il suo stile. Ci sono tutti gli elementi del suo cinema e della sua poetica, e questa prima parte non si farà amare da chi già detesta il suo stile; una prima parte che è difficile da giudicare come opera a se stante perché presenta due storie che ancora non si sono incontrate e che troveranno il suo naturale continuo nella seconda parte. Questo forse è l’unico difetto di un film che in più di un’occasione ricorda l’episodio pilota di una serie tv: ci vorrà tutta l’abilità del regista nel trovare la quadra al termine delle due parti e trasformare, come penso, in opera completa questa ora e quaranta sempre geniale, finalmente divertente e pregna di cinema.
Concludiamo con gli attori, perché oltre ai già citati assistiamo a prove di gran valore, a partire dall’ormai affermata Kasia Smutniak fino alla rivelazione di Euridice Axen (la Veronica di Elena Sofia Ricci ha grande potenzialità, vedremo a fine film). Tanti i camei, il più gustoso di tutti ci mostra Ugo Pagliai nei panni di Mike Bongiorno che conduce uno strano quiz che si vede alla tv in una scena onirica tra le più affascinanti del film. E il magnifico Toni Servillo è sempre lui, anzi Lui.
Loro 1 piace molto a noi sorrentiniani, ci consegna una valigia piena di aspettative per la seconda stag… per il secondo episodio che siamo certi non andranno deluse.

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