Dal film per studiare storia contemporanea all’efficace Jodie Foster di “Black Mirror”

La Verità Sta In CieloLa verità sta in cielo (di Roberto Faenza, 2016)
Centro storico di Roma, 22 giugno 1983: la quindicenne vaticana Emanuela Orlandi scompare nel nulla dopo essere uscita da scuola. La verità sta in cielo, dopo aver introdotto quanto scritto, servendosi di vari flashback si colloca ai giorni d’oggi con la ricezione da parte dei media esteri della notizia dello scandalo Mafia Capitale, che scatena il desiderio di una testata inglese di approfondire il caso Orlandi (viene spiegato il collegamento). L’inviata, di origine italiana, arrivata nella Capitale per far luce sul mistero, entra in contatto con una collega italiana che è riuscita a intervistare l’unico testimone chiave vivente: Sabrina Minardi, la donna di “Renatino” De Pedis della Banda della Magliana, ucciso nel 1990, che si scopre presto essere personaggio chiave di tutta la vicenda. A livello cinematografico ci troviamo davanti, duole dirlo, a un’opera povera, forse sopraffatta dal desiderio di verità di un regista da sempre lodevolmente impegnato (e di tutti noi), che soffre di una messa in scena sciatta, di una scarsa direzione delle pur brave protagoniste; un film che mettendo molta carne al fuoco genera confusione, tanto che alla fine sembra di assistere a una serie di servizi televisivi ricchi di notizie e teorie. Gradevolissima però la scelta dei brani musicali di Toto Cutugno, con un paio di brani tra cui la più nota e riuscita “Solo Noi”, e Iva Zanicchi. Dall’altra parte però, come detto, c’è un’indagine seria, impegnata che mette in luce piste inquietanti e realistiche e come tanti film di denuncia tenta di sfondare il solito, maledetto, muro di silenzio. Un film che ricorda molto I banchieri di Dio, sia perché tocca temi simili e personaggi comuni (tutto gira intorno allo Ior, la banca vaticana), sia per la solo parziale riuscita dell’opera cinematografica. Ma ora che al cinema non c’è più, credo sia un modo ideale per approfondire il caso grazie a dvd o streaming, unitamente all’indagine del fratello Pietro Orlandi documentata da uno speciale di Sky. Proprio a Pietro Orlandi, in un incontro fugace e preparato, Papa Francesco ha sussurrato che sua “sorella è in cielo”, frase che ha ispirato il titolo del film. Una bella occasione per studiare storia contemporanea, anche perché il 14 gennaio Emanuela Orlandi avrebbe compiuto 50 anni.

Black Mirror 4×02: Arkangel
Arkangel è un microchip che, installato nel cervello dei figli, permette ai genitori un controllo totale di tracciabilità e soprattutto di ciò che vede il figlio, dando la capacità di oscurare e censurare in ogni momento ciò che viene ritenuto inadeguato ai suoi occhi. Una madre apprensiva e sola lo installa alla figlia, che col passare degli anni si ribellerà alla macchina e alla stessa madre. Con la prestigiosa regia di Jodie Foster, l’episodio rappresenta un continuo crescendo di tensione: è fin troppo ovvio che con l’arrivo dell’adolescenza la bambina non potrà che soffrire il senso di prigionia di una madre troppo oppressiva. La tecnologia qui è più che mai un espediente per rappresentare un rapporto madre-figlia vissuto sul filo del rasoio e inevitabilmente destinato a conseguenze forti; la riflessione, grazie alla neutralissima tecnologia, è lucida e attuale, e lancia molti messaggi per chi deve educare i propri figli. Finale molto forte ma forse inevitabile, episodio non tra i migliori ma come sempre efficace.
P.s.: Tre manifesti a Ebbing, Missouri, in sala, è il film più bello di questo periodo. Andate a vederlo, che prossimamente ne parliamo.

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