Dal Romero da recuperare fino a un grande thriller sconosciuto

La Città Vеrrà Distrutta All'alba (film 1973)

La città verrà distrutta all’alba

Dopo Paolo Villaggio, il cinema continua a perdere pezzi a causa dei saluti finali di Martin Landau (Spazio 1999 ma soprattutto Ed Wood) e il grande George A. Romero, il regista dei morti viventi, da La notte a L’alba (che da noi si chiama Zombi, che perspicacia…), e di un altro film meno noto ma molto bello e che diventa il consiglio della settimana: La città verrà distrutta all’alba.
News dalle Arene. Alla Rocca Brancaleone di Ravenna e anche alla Borghesi di Faenza (in contemporanea il 21) viene proposto Elle di Paul Verhoeven, che parla di una donna manager potente la cui vita cambia a causa di un’aggressione. Con una Isabelle Huppert magnifica e premiata, insieme al film stesso, ai Golden Globe. Alle Cappuccine di Bagnacavallo si segnala un film recensito positivamente su queste pagine, Capitan Fantastic, con Viggo Mortensen che ha cresciuto i suoi figli nella foresta e che si ritrova costretto a portarli a un funerale in città. Non perdete una versione acustica di “Sweet Child O’Mine” dei Guns’n’Roses, il 25 e 26 luglio. A Lugo c’è una bella programmazione dove si “ripropongono” film di cui si è già parlato nelle scorse settimane: L’altro volto della speranza (21), Il medico di campagna (22), Quello che so di lei (24), La ragazza senza nome (25).
Blue Ruin (di Jeremy Saulnier, 2013)
Dwight è un solitario senzatetto che vive nella sua automobile quasi rottame, cerca di lavarsi nelle case altrui e si ciba di scarti. Quando la polizia locale lo avvisa della scarcerazione dell’uomo che ha ucciso i suoi genitori, scatta in lui un incontrollabile desiderio di vendetta. Prima del grandissimo Green Room, qui osannato e a Ravenna vincitore del SoundScreen Festival, Saulnier era già noto in patria per questo magnifico thriller che da noi è purtroppo sconosciuto. Il tema della vendetta non è di certo una novità al cinema, ma il regista si destreggia molto bene con alcune varianti soprattutto legate alle generalità e caratteristiche del protagonista, alle sue difficoltà nello svolgere un ruolo non suo, ai suoi silenzi, ai ritmi lenti spezzati da scene di tensione, a una certa vena umoristica in un film complessivamente tragico, che però si rivela un perfetto meccanismo di tensione a orologeria. Il regista, cosa estremamente originale, decide di dare un colore a ogni suo film, dal verde del suo ultimo film al blu di questo suo predecessore. Blue Ruin è un film teso, violento, avvincente, duro e coinvolgente, che ci mostra (definitivamente) l’ascesa di un grande regista nel genere e ci fa sperare che non venga catturato dalle grandi produzioni almeno prima di un altro paio di film, perché altrimenti farebbe la fine di James Ponsoldt che dopo un paio di chicche indipendenti (Smashed e The Spectacular Now), è caduto nel vortice della mediocrità con The Circle, attualmente (e inutilmente) in sala. Unico “difetto” per l’Italia di questo film è il volto del suo protagonista Macon Blair, amico e collaboratore di Saulnier, la cui meravigliosa performance è in parte resa più divertente per la sua non indifferente somiglianza al nostrano Pupo… Disponibile con sottotitoli italiani su iTunes e Google Play.

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