Il solito cartone animato inattaccabile. Ma come una birra senza alcol

Cattivissimo me 3 (di Pierre Coffin, 2017)
CattivissimomeGru è un ex cattivissimo che fa parte della Lega Anti Cattivi nonché un felice marito e padre di famiglia. Verrà però travolto da tre eventi: la comparsa del nemico Balthazar Bratt che ruba un prezioso diamante, il licenziamento suo e della moglie Lucy a opera della nuova presidentessa della Lega, la fin troppo rampante Valerie da Vinci, e soprattutto dalla scoperta del fratello gemello Dru, un dandy identico a lui ma vestito di bianco e con una bella chioma bionda. La caratterizzazione più divertente (e ruffiana) è senza dubbio quella di Balthazar, un ex bambino prodigio degli anni ottanta, identico al Borat di Sasha Baron Cohen (che lo doppia), che vuole vendicarsi della Hollywood che lo ha messo ai margini distruggendola; in tutto questo, l’uso delle hit del periodo, da Michael Jackson a Madonna, rendono il personaggio divertente, piacevole e soprattutto di facile impatto per i genitori che accompagnano i loro bambini al cinema. Cattivissimo Me 3 ricorda quelle catene di negozi, che siano di cibo o di vestiti, che offrono una serie di prodotti sempre uguali, con stesso target e sempre piuttosto affidabili: non si esce dagli schemi di un cartone rigorosamente adatto alle famiglie (altrimenti non incassa), simpatico, con una bella colonna sonora, fintamente cattivo e molto rassicurante. Il meglio, come sempre, sono i Minions, gli esserini gialli, aiutanti di Gru, pronti a creare totale confusione a ogni azione del protagonista; un’invenzione geniale, al pari di quella di Scrat de L’era glaciale, che quindi è anche giusto spremere fino in fondo. Per quanto riguarda il rapporto col fratello, non mi pronuncio perché alla fiera delle banalità la gente tende a urlare e la mia voce non si sentirebbe. In definitiva, il film ormai sembra a tutti gli effetti un episodio di una serie, coerente alle aspettative delle famiglie spettatrici, che usciranno dalla sala soddisfatte e felici che il loro figlio lo potrà considerare il suo film preferito; inoltre a livello tecnico l’opera non si discute, anzi le scene d’azione sono fatte molto, molto bene; ma per quel che mi riguarda, da sempre alle catene di negozi ho sempre preferito la piccola bottega che mi offre qualcosa di più originale e pensato per essere almeno un tentativo di fare qualcosa di diverso e personale, piuttosto che questo stantio odore di popcorn. Parlando di un film inutile come una birra senz’alcol (citazione letteraria che qualcuno spero colga), corretto e inattaccabile, spero di avervi trasmesso le sue grandi potenzialità e le innate doti commerciali, unitamente al fatto di essere orgoglioso di annunciare che per questo tipo di roba spero ne ricavino prima o poi un vaccino obbligatorio.
E visto che fa ancora caldo, qualche breve segnalazione sulle Arene: alla Rocca di Ravenna dal 27 al 30 agosto andate sul sicuro perché trovate quattro tra le migliori uscite dell’ultima stagione, spaziando dalla commedia al drammatico… a voi la scoperta o meno, ma andate ad occhi chiusi, parola di chi vi scrive! Inoltre il 27 e 28 c’è Sing Street a Bagnacavallo, altra commedia (musicale) da non perdere; concludiamo con Faenza e vi diciamo che siamo più dal lato “autore”, con L’altro volto della speranza e Vi presento Toni Erdmann, rispettivamente sabato 26 e domenica 27. Mai come stavolta, ce n’è per tutti i gusti. PS: benritrovati.

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