La porta sul domani di Soderbergh, il Vanzina degli anni Ottanta e le “arene” da non perdere

Claire Foy Unsane Cover

Dal film Unsane

Unsane (Steven Soderbergh, 2018)
Il prolifico, ricco, che gioca giustamente a fare l’indipendente, Soderbergh prende un iPhone7 (e 1 milione e mezzo, poco) e ci gira un thriller psicologico più teso di una corda di violino. Sawyer si è trasferita perché vittima di stalker, e in preda alle paranoie si dirige a un istituto che somiglia molto a un manicomio. Dove vede (forse) il suo persecutore. Unsane visivamente è una bomba, si vede che è in mano a un esperto, ed è un trionfo di colori e luci; ma ciò che stupisce nel film è una sceneggiatura a 360° che col mezzo del thriller descrive una società a pezzi e uno dei problemi più gravi dei nostri tempi, con rarissima efficacia e realismo, visto che ormai siamo in tanti a guardare il mondo tramite uno smartphone. Siamo nel futuro o lo stesso presente è il futuro che ha bussato alle nostre porte? A una domanda così vacua non so rispondere, se non affermando con forza che Unsane è proprio una delle porte ormai aperte verso il domani. Tematiche e immagini forti. In sala, ma pare non qui.

I classici di R&D: Sapore di mare (di Carlo Vanzina, 1983)
Certo che dopo Kubrick e Hitchcock nelle scorse settimane, parlare del povero Vanzina appare alquanto ingeneroso, o schizofrenico, dipende da come la si vuol vedere; ma la scomparsa di un’icona della risata facile impone una riflessione sul suo cinema e il successo. I primi film non solo leggevano la società degli anni ’80, ma come nel caso di Sapore di mare rispondevano con efficacia alla voglia di revival di quei tempi. Il film ha una colonna sonora talmente perfetta, invadente e potente da farlo quasi sembrare un musical, grazie anche al ritmo incalzante, la regia semplice e al servizio delle battute (semplici) confezionano un gradevolissimo tuffo nel passato remoto, compiuto nel passato prossimo. Nostalgia al quadrato, e sguardo finale nel 20 anni dopo tra la Suma e Calà da cinema vero. Interessante che l’anno dopo fecero un brutto sequel avendo già raccontato il destino dei personaggi. Raccogliendo questa sindrome, due anni dopo, uscì Ritorno al futuro. Ma forse non è andata proprio così.

Arene, settimana dal 19 al 25 luglio.
Venerdì 20 luglio alla Rocca c’è I segreti di Wind River, è il film più bello dell’anno, insieme con Tre manifesti (24 e 25 a Bagnacavallo) e Un sogno chiamato Florida, anche quest’ultimo sempre il 20, sempre a Bagnacavallo, quindi tirate una monetina: in ogni caso, tutti al cinema senza dire altro. Arena Borghesi lunedì 23, gratuito e in lingua sottotitolato propone una commedia talmente bella che non si può perdere, Uno, due, tre di Billy Wilder, che nel 1960 racconta la storia d’amore berlinese tra un rivoluzionario dell’est e la figlia del direttore della Coca Cola dell’ovest. E il giorno dopo c’è il cartone cult Akira. Per concludere, beviamo Ca’ di Sopra domenica 22 per Cinema Divino al Prato dell’Osservanza di Brisighella in compagnia di Hotel Gagarin di Simone Spada.

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