La serie Netflix dove Marina di Ravenna diventa Cesenatico, tra belle sorprese e stereotipi

Summertime 1280x720Summertime (Serie Tv, 8 episodi, 2020)

Durante un’estate (senza virus) sulla riviera romagnola di Cesenatico, assistiamo alle storie d’amore e amicizia tra i ragazzi che frequentano il Bagno Paradiso; protagonista indiscussa è Summer, figlia di musicisti, che incontrerà il suo primo amore.

Recensione d’obbligo non solo perché la serie Netflix è stata girata in parte anche a Marina di Ravenna (anche se nella storia è sempre Cesenatico), ma perché si tratta di un prodotto, anche se ispirato a un romanzo di successo (Tre metri sopra il cielo), molto più innovativo e sorprendente di quanto possa sembrare. La Cesenatico della storia intanto ben rappresenta la riviera sud-romagnola, ferma nel tempo con le balere, i bazar, gli amori tra locali e i villeggianti, in cui la collocazione temporale è di scarsa importanza, nonostante siamo ai giorni nostri, vista la presenza degli smartphone: un’ambientazione fotografata molto bene e resa con inaspettato realismo.

La storia e i suoi personaggi sono invece volutamente stereotipati perché le sorprese sono poche e tutto scorre secondo un copione che nella nostra mente è già scritto. Personaggi stereotipati ma non banali, perché questi giovani a cavallo della maggiore età sono veri, come i loro amori e le loro amicizie. L’utilizzo di attori giovanissimi e poco esperti (tranne il Ludovico Tersigni di Skam) si vede, ma se son rose fioriranno; mentre molto positivi sono sia la scelta di alcuni interpreti adulti, su tutte la bravissima Thony, sia di pescare un paio di cabarettisti locali come il mitico Giacobazzi e l’ex gemello Ruggeri, il bolognese Eraldo Turra.

La sorpresa in positivo è data dalla colonna sonora, tutta rigorosamente e fortunatamente formata da giovani artisti italiani, famosi o meno, ma sicuramente molto diffusi tra queste generazioni: scelta vincente per molti motivi, dal caratterizzare questa serie come nostrana doc fino a fare ascoltare artisti indipendenti ed emergenti al grande pubblico, come per esempio il bravissimo Giorgio Poi o i già meritevoli Coma Cose.

Più che Moccia però, viene in mente il primo Vanzina e in generale tutti quei telefilm degli anni Ottanta che costituiscono un ponte temporale ideale per queste storie estive.

Non è tutto oro in Summertime (il cui nome è un semplice e azzeccato gioco di parole), perché come si è detto la storia è scontata e il miele abbonda, ma si sorvola facilmente perché si assiste a un vero e proprio telefilm: leggero, simpatico e trasparente nella sua sincerità; una visione rilassante, che non scade in drammi e che anzi fa spesso sorridere, che tocca con delicatezza e correttezza temi non banali, e che dona anche a chi non è più giovanissimo un inspiegabile sapore retrò e che scivola via proprio come un bagno in mare.

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