“Let’s kiss”, una testimonianza necessaria sui diritti civili

Let's KissLet’s Kiss (di Filippo Vendemmiati, 2021)
Il sottotitolo, che recita Franco Grillini, “storia di una rivoluzione gentile”, ci dice che il film è un appassionato documentario, ispirato da un libro dello stesso Grillini, che vuole raccontare, attraverso la vicenda personale del protagonista, la storia delle battaglie per il riconoscimento dei diritti civili delle coppie omosessuali, e ancor più come la società italiana si sia posta di fronte a loro a partire dagli anni Ottanta.

Intermezzo poco gradito, l’Aids. Il film gira tutto attorno alla figura del protagonista, sicuramente il politico che più di tutti ha portato avanti le battaglie per il riconoscimento del diritto all’omosessualità; Franco Grillini non nasce gay ma lo diventa per poi intraprendere con personalità e tenacia un percorso politico atto a chiedere alcuni diritti semplici e fondamentali. Contro di lui, e soprattutto contro le sue idee, uno Stato arretrato, influenzato dal forte oscurantismo e ostracismo da una Chiesa fin troppo influente in tutta la politica del dopoguerra e da una serie di pregiudizi dal mondo dello spettacolo che il regista ci presenta con ironia, lucidità e brillantezza. Vendemmiati affida tutto alla personalità dell’io narrante, che oltre a ripercorrere la storia del paese, ci mostra senza paura la sua malattia e la sua lotta attraverso un’opera che alterna abilmente immagini di repertorio a finestre malinconiche su un presente che non sembra così cambiato.

Perché il documentario, pur frizzante, simpatico e dotato di ritmo, non riesce a celare quel senso di inquietudine nei confronti della vita che Grillini ci trasmette tramite la storia sua e dei suoi familiari, e soprattutto la rabbia e la paura per una pandemia che uno Stato cieco e bieco ha trattato con superficialità, nonostante l’Aids sia stata mediaticamente una delle tragedie dell’ultima parte del secolo scorso.

Let’s Kiss è un’abile e ben congeniata riflessione storica, che contiene una sacrosanta riflessione su come uno Stato abbia avuto il coraggio di discriminare le persone in base ai propri gusti sessuali e come non le abbia protette quando su di loro si è abbattuto il tremendo virus Hiv, poi domato con gli anni. Un film malinconico ma anche ironico, come il suo protagonista costretto da anni a lottare contro una malattia che lui stesso chiama col suo vero nome, ma che grazie allo spirito, all’ironia e alla cultura sa raccontarsi riuscendo perfino a divertire. Un pezzo di storia, raccontato da un bravo giornalista e documentarista e narrato da una voce protagonista della nostra vita dagli anni Ottanta, fino a una decina d’anni fa.
Non un lavoro che fa gridare al miracolo, ma una testimonianza, giusta, doverosa e necessaria.

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