Quattro film consigliati tra nuove uscite e chicche da recuperare nelle arene

Nerve Review

Un fotogramma da Nerve

Estate al cinema vuol dire essenzialmente quattro cose: recupero seconde visioni, classici da riscoprire e chicche mai uscite in autunno/inverno, il tutto nelle Arene; inoltre lo spettacolo nelle sale continua, e in alcuni casi si fa pure interessante. Vediamo un esempio per categoria.
Giovedì 15 esce in sala Nerve, un ormai ex invisibile recensito in queste pagine nel lontano novembre scorso, una commedia distopica e molto futuristica su un gioco a cui si partecipa tramite app per cellulare che creerà grossissimi problemi alla gioventù che vi si approccia; anche se siamo dalle parti di Black Mirror, il film è ben più leggerino e sentimentale, e verrà quasi sicuramente snobbato dalla critica tradizionale (che probabilmente non ha neanche Whatsapp su cellulare) e poco pubblicizzato in generale. Invece, come già scritto, è una commedia di tematica adatta ai giovani ma interessante anche ai meno, una carica di freschezza che d’estate non fa assolutamente male.
Sfogliando il programma delle arene, non posso non soffermarmi sulla proiezione (lunedì 19 a Faenza, per giunta gratis) di uno dei capolavori assoluti del cinema noir, I diabolici. In un collegio francese il direttore è un uomo talmente austero e rigido, che la moglie e l’amante progettano di ucciderlo e pare che riescano nell’intento… ma il cadavere scompare. Il film di Henri-Georges Clouzot (anno 1955) è un noir perfettamente integrato nella miglior tradizione del genere, che ancora oggi dopo oltre sessant’anni funziona perfettamente: non perdetelo per nessuna ragione al mondo. Martedì 20 alla Rocca di Ravenna si può recuperare un film poco visto da noi, Le cose che verranno, e che va visto per più di un motivo. Innanzitutto per la regista francese, Mia Hansen-Løve, 36 anni e ben cinque film sulle spalle, considerata uno dei talenti più amati dalla critica internazionale, tanto che quest’ultima fatica (uscita da noi lo scorso aprile) le è valsa l’Orso d’argento al festival di Berlino. Il cinema della giovane regista è “francese” al 100 percento, parla di famiglie in crisi e situazioni dicfficili, di dialoghi serrati e sviluppi sorprendenti, tanto che nella struttura narrativa può ricordare la scrittura di un altro talento francofono (ma in questo caso canadese), che è Xavier Dolan.
A proposito di Dolan, è suo uno dei film più belli della stagione, È solo la fine del mondo, da recuperare nelle arene (ad esempio Faenza 18 giugno), e di cui si è ampiamente parlato in queste pagine: anche in questo caso la famiglia è al centro della narrazione, con le consuete dinamiche problematiche e dolori e rancori pronti a venire fuori. Quello che distingue il cinema di questi due giovani autori è la regia, lo sguardo, la messa in scena di queste situazioni, che raccoglie l’esperienza e gli insegnamenti del passato, per poi rielaborare il tutto in un approccio autoriale originale, insolito e… fresco, nonostante il clima. Il tema della famiglia, così caro anche nel resto d’Europa (ricordate il danese Festen? Se no, recuperate, grazie) viene trattato anche da una cinematografia emergente come quella rumena, che in questi anni ha raccolto molti consensi e più di un premio importante (Cannes compresa). Il film si intitola Sieranevada, non dura pochissimo (2 ore e 50), è diretto dallo sconosciuto da noi Cristi Puiu, e oltre al contesto familiare si parla della difficile e dolorosa storia recente della Romania. Tutte queste caratteristiche lo portano a essere il film cinefilo del mese. Buon cinema!

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