Costruire sostenibile, abitare consapevole

Certe nuove idee sono l’unica materia prima inesauribile

Vediamo qui di seguito alcuni dei fattori prioritari nell’edilizia sostenibile:

•    la riduzione del fabbisogno energetico
•    la riduzione al minimo dell’uso dei mezzi di produzione
•    l’impiego di materiali e componenti edilizi riciclabili
•    l’eliminazione o la riduzione al minimo dei tragitti e dei costi di traporto per i materiali e i componenti edilizi
•    la reimmissione dei materiali utilizzati nel ciclo dei materiali naturali senza rischi e senza danni per l’ambiente
•    le possibilità di riuso
•    la salvaguardia degli ambienti naturali
•    la riduzione delle superfici costruite
La sostenibilità riguarda l’edificio nel suo insieme, per il quale deve essere trovata una soluzione per l’intero ciclo di vita che sia compatibile con l’ambiente, salvaguardi le risorse e contemporaneamente risulti anche economica.
La fase che incide in misura maggiore sulla sostenibilità di un edificio è il progetto preliminare. A questo livello si stabilisce ad esempio se l’edificio soddisfa i requisiti ottimali per quanto riguarda l’irraggiamento solare o la ventilazione. Per questo scopo è necessaria un’attività di progettazione integrata che prenda in considerazione tutti i fattori rilevanti per l’ambiente, già in fase di definizione della struttura.

70 71 ABITARE HABITAT:Layout 1 Va aggiunto che è indispensabile che un’architettura sia ben progettata perché solo gli edifici ben accolti dalla collettività hanno una lunga durata d’uso e di conseguenza un ciclo di vita sostenibile.
Oltre a soddisfare i requisiti funzionali, un edificio deve sempre avere una forma il più possibile gradevole e “senza tempo”. A questo proposito vale il principio di cercare di ottenere, attraverso un impiego ottimale dei materiali costruttivi, da un lato una struttura più efficiente in senso energetico, dall’altro un’accattivante combinazione di materiali coerente che emani un fascino particolare. Sotto questo aspetto i materiali (sia quelli già collaudati, sia quelli più innovativi) possono dare vita a una nuova estetica e riportare la dimensione del costruire al centro della creatività architettonica.
Se si vuole far progredire il mondo dell’edilizia verso un maggior grado di efficienza energetica e di sostenibilità non è sufficiente compiere progressi significativi nella scelta dei materiali e dei sistemi costruttivi; è indispensabile curare anche la formazione, mediante corsi di aggiornamento. In tutti gli istituti superiori a indirizzo tecnico e le università dove siano presenti insegnamenti di edilizia e impiantistica dovrebbe essere introdotto per lo meno un corso di edilizia sostenibile che abbia come materie fondamentali progettazione e tecnica delle costruzioni e come materie obbligatorie dell’indirizzo progettuale: fisica tecnica, energia, scienza dei materiali e progettazione impiantistica. Soltanto se si riuscirà a suscitare nelle giovani generazioni di tecnici l’interesse e la sensibilità verso un modo di costruire sostenibile e se nella formazione accademica si porranno basi solide per la conoscenza dei sistemi costruttivi, saremo in grado di padroneggiare le enormi sfide che la scarsità di energia ci porrà durante questo secolo.
Costruire orientati al futuro richiede la capacità di attuare in modo coerente gli obiettivi della sostenibilità, il che può avvenire solo aumentando il coinvolgimento di soggetti qualificati del settore dell’edilizia.
È una sfida affascinante e per poterla affrontare si dovranno riscoprire forme di bellezza non soggette alle mode del momento e prive di elementi superflui. Una bellezza che garantisca all’uomo il “diritto al sole” e un buon comfort abitativo sia termico che acustico, oltre a una migliore qualità dell’illuminazione e dell’aria.
Le nuove idee unica materia prima inesauribile, devono essere applicate contemporaneamente su vari fronti: migliorare l’efficienza nell’uso dell’energia e delle risorse negli edifici, chiudere i cicli e ridurre al minimo le emissioni dannose e gli impatti sull’ambiente.

70 71 ABITARE HABITAT:Layout 1 La nascita del movimento ambientalista negli anni ottanta, la crescente consapevolezza presso strati sociali sempre più ampi dell’interdipendenza economica ed ecologica che unisce l’uomo e la natura, la sfera della vita e quella del lavoro, hanno prodotto un cambio di mentalità tra i progettisti e i committenti che ha contribuito alla rivalutazione del legno come materiale da costruzione. Questo materiale non si distingue soltanto per la sua elevata sostenibilità ma anche per la calda atmosfera e il particolare senso dello spazio che crea, aspetti che diventano sempre più determinanti al momento di deciderne l’acquisto
Per migliorare l’efficienza energetica e la salvaguardia delle risorse è indispensabile progettare tenendo conto della natura di ogni materiale. A questo proposito è di importanza fondamentale la creazione di banche dati in cui siano reperibili varie tipologie di informazioni sui materiali da costruzione. Alcuni comparti produttivi non hanno ancora fornito i dati richiesti mentre per quanto riguarda i materiali da costruzione di origine minerale, gli isolanti, il legno e i prodotti derivati sono già disponibili molte informazioni.
Una casa ecologica può far risparmiare circa il 70% di energia grigia rispetto agli edifici standard. I bilanci di CO2 degli edifici in legno e di quelli in calcestruzzo si presentano molto differenti. Ad esempio per un edificio adibito ad uffici di quattro piani interamente in legno il bilancio di CO2 indica che considerando la costruzione, il riscaldamento e la fornitura di energia elettrica per cinquanta anni vengono fissate 94 tonnellate di CO2, mentre un edificio standard in calcestruzzo e polistirene con caratteristiche simili è responsabile dell’emissione di 1.140 tonnellate della stessa sostanza.
Resta da sperare che nei prossimi anni o decenni l’abitare ecologico ed economico acquisti un valore centrale. Nella nostra ricerca di un futuro che ci riservi un’altra qualità di vita dovremmo ricordarci sempre che l’energia e il clima devono diventare i due fattori strategici in grado di guidarci nella pianificazione e nella progettazione delle abitazioni.
Ma un approccio sostenibile non deve limitarsi solo agli edifici. Processi di pianificazione sostenibile devono essere definiti e avviati anche a scala urbana e territoriale. Gli obiettivi di pianificazione urbanistica dei comuni e delle città dovrebbero servire da orientamento, delimitando il più possibile le aree da utilizzare. In questo modo non si garantirebbe solo una gestione parsimoniosa e rispettosa dei suoli edificabili ma anche la riduzione al minimo delle superfici urbanizzate e dei costi relativi. La trasformazione o il riutilizzo di un’area dismessa può addirittura accordarsi con i progetti di nuova edificazione.

70 71 ABITARE HABITAT:Layout 1 Nella pianificazione a grande scala devono inoltre essere rispettati i requisiti di legge relativi alla tutela ambientale e alla salvaguardia della natura. I gruppi arborei o altre forme di vegetazione esistenti dovrebbero essere, per quanto possibile, conservati. Anche l’integrazione nel contesto urbano è un principio particolarmente importante della pianificazione. A questo proposito si dovrebbe includere nel piano anche l’orientamento dei volumi costruiti e tenere conto del locale regime dei venti per assicurare la ventilazione naturale. Riutilizzare le strutture esistenti, al di là dell’energia grigia incorporata negli edifici, è più vantaggioso che costruirne di nuove, anche dal punto di vista economico. Questo principio non vale solo per le infrastrutture tecniche dell’edificio ma anche per la connessione alla rete dei trasporti. In generale è necessario ridurre al minimo i flussi veicolari ed evitare per quanto possibile di posizionare all’interno di un lotto le superfici destinate alle infrastrutture per il traffico. Inoltre si dovrà tenere conto delle misure di compensazione richieste dalle leggi di tutela della nature valorizzandole a livello urbanistico.
Per la questione relativa all’approvvigionamento energetico è indispensabile redigere un piano regionale dell’energia, che deve indicare quali fonti rinnovabili possano essere sfruttate in modo ottimale, la loro localizzazione e come risolvere il problema dell’accumulo dell’energia. Questo perché le materie prime a basso costo per le grandi centrali a carbone, a gas e a olio combustibile si stanno esaurendo lentamente ma irreversibilmente e nonostante l’opposizione delle grandi società di produzione di energia elettrica, che rischiano di perdere così la loro posizione di monopolio, le grandi centrali vengono sostituite sempre più spesso da impianti solari ed eolici più piccoli e decentralizzati, combinati con le centrali termiche di quartiere per il teleriscaldamento.
Nelle aree urbane si dovrà puntare sempre più su soluzioni decentralizzate per la generazione, la distribuzione e l’utilizzo dell’energia.

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