Piadinari senza permesso sul lungomare, il Bbk: «Clienti per strada, è pericoloso»

Su Facebook la segnalazione di Zangaglia, titolare del locale, a proposito dei camion-chioschi: «Nessuno fa nulla». Reprimere il fenomeno però non è semplice: anche in caso di controlli, agli ambulanti conviene pagare la multa. Confesercenti: «Inasprire le sanzioni»

Foto Zangaglia Bbk

Una foto dall’auto, pubblicata su Fb da Alessandro Zangaglia

Si piazzano a bordo strada,  vicino all’ingresso del suo locale e vendono piadine, panini e bibite a chi esce dal Bbk nel cuore della notte, a Punta Marina, sul lungomare Cristoforo Colombo, dove non è consentito. A segnalare il caso dei camion-chioschi è il titolare del bagno-discoteca, Alessandro Zangaglia, su Facebook. L’imprenditore pubblica alcune foto che mostrano la sporcizia lasciata dagli avventori ma punta il dito anche contro la poca sicurezza provocata da questa situazione: «Occupano parcheggi per tutti i venerdì e sabato per stare più vicini possibile al Bbk e creano un pericolo tutte le notti perché, in quel modo, tengono decine di persone fisicamente in mezzo alla strada». Si tratta dei clienti in attesa di essere serviti, come mostrano altre foto pubblicate sul profilo Fb dell’imprenditore.

Il titolare del Bbk ha fatto diverse segnalazioni ma «finché non ci scappa il morto in Italia non succede niente». Raggiunto al telefono, Zangaglia spiega meglio il senso della sua iniziativa: «Ho fatto denuncia sia ai vigili sia ai carabinieri, ma al massimo arriva una sanzione amministrativa». Il titolare della discoteca non ha mai avuto un confronto diretto con i rivenditori e spiega che in estate ce ne sono almeno tre che girano: «Sanno benissimo che lavorano grazie alle nostre serate, ma nessuno ci ha mai chiesto nulla. Fanno incassi da migliaia di euro e non si prendono nemmeno la briga di pulire l’area. In più – aggiunge – c’è un problema di ordine pubblico. Le persone restano lì, a volte litigano, altre tengono la musica delle auto alta. In un’occasione mi hanno chiamato dopo l’orario di chiusura perché pensavano che stessi tenendo ancora aperto…». C’è poi il problema della sicurezza stradale: «Il rischio di incidenti è già alto: dieci anni fa fu investito Matteo Verde. In questa situazione, con le persone in mezzo alla strada, aumenta. Per questo sto cercando di muovere l’opinione pubblica, per vedere se cambia qualcosa. Se proprio si vogliono tenere lì i chioschi si faccia una piazzola da dare in concessione regolarmente, che paghi tasse e permessi come tutti».

Nonostante le sanzioni, la situazione si ripete ormai da anni. I venditori non sono abusivi in senso stretto perché si tratta di persone in possesso della licenza e l’irregolarità sta soprattutto nel posteggio. Ci sono però diverse norme che regolamentano l’esercizio del commercio su aree pubbliche. Nei centri balneari, dal primo maggio al 30 settembre, l’esercizio del commercio itinerante è vietato. I camion-chioschi potrebbero quindi vendere sul lungomare dal primo ottobre al 30 aprile ma un’altra ordinanza impone orari ben precisi: dalle 6 alle 20. Inoltre in generale la vendita itinerante prevede la sosta solo per un tempo necessario a servire il cliente. Nel caso specifico, non si può quindi aspettare l’uscita dalla discoteca mentre si prepara il cibo. In sostanza, chi vende piadina fuori dal Bbk di notte, in qualsiasi periodo, rischia una sanzione che può andare a seconda dell’infrazione dai 170 ai 1.032 euro.

Foto Bbk Zangaglia

La foto scattata da Zangaglia e pubblicata su Fb

Secondo Riccardo Ricci Petitoni, responsabile di Anva Confesercenti (il sindacato degli ambulanti),  è molto difficile contrastare il fenomeno: «Piadinari, venditori di vasi, fruttivendoli che si piazzano in aree diverse da quelle consentite creano un grave danno a chi lavora in regola. Nei fatti però oltre a multare non si può fare granché. La confisca è possibile solo nel caso queste persone non abbiano la licenza di vendita, di cui sono invece in possesso. Può essere sospesa ma c’è un meccanismo molto complicato che prevede un procedimento tra due Comuni: quello che sanziona e quello dove è stato rilasciato il permesso, che vale per tutto il territorio nazionale. Spesso si tratta di territori che non sono nemmeno nella stessa regione…». La maggior parte delle volte è un procedimento a cui non si dà nemmeno inizio. «Ovviamente – continua Ricci Petitoni – come associazione facciamo le segnalazioni del caso alle autorità competenti ma i vigili non possono certo piantonare queste attività che di fatto pagano le multe anziché le concessioni. L’unico modo di fermarli sarebbe inasprire le sanzioni in modo da rendere non più conveniente essere sanzionati rispetto all’incasso della serata. Oppure agire sul consumatore spiegando i rischi, legati anche alla qualità del prodotto, di acquistare merce da ambulanti non in regola».

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