Marinara, c’è un bilancio sotto esame in tribunale: i dubbi della perizia finale

Risultano doppie fatture e pagamenti per lavori non fatti nel documento dell’esercizio 2011 della concessionaria del porto, approvato con il voto del curatore fallimentare di Cmr che controllava la società Seaser

RAVENNA 05/05/2008. MARINARA.È stato approvato entro i termini ma il bilancio dell’esercizio 2011 della società Seaser, titolare della concessione demaniale su cui si reggono sia la parte a mare che quella a terra del porto turistico Marinara, potrebbe essere da riscrivere perché viziato da errori. Questo dice in buona sostanza la perizia depositata nelle scorse settimane al tribunale delle imprese dal consulente tecnico incaricato dal giudice dopo la causa civile presentata a ottobre 2012 dall’imprenditore ferrarese Luigi Vitali, già socio di Seaser al 10 percento. La richiesta era di annullare la delibera di approvazione del bilancio a cui aveva votato contro.

La sentenza è attesa per le prossime settimane e se il pronunciamento dovesse andare nella direzione espressa dalla perizia vorrebbe dire che anche i bilanci degli anni successivi, derivando direttamente da quel documento, si sarebbero trascinati dietro alcune inesattezze. Senza dimenticare che si aprirebbe uno scenario di eventuali responsabilità da accertare.

RAVENNA 10/05/2008. MARINARA.

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Ma come se questo non bastasse c’è un altro aspetto che rende tutto ancora più delicato: nell’assemblea dei soci che approvò il bilancio ci fu il voto favorevole del socio di maggioranza, la cooperativa Cmr di Filo di Argenta che ha costruito il porto, all’epoca deteneva il 70 percento delle quote di Seaser ed era rappresentata dal curatore fallimentare nominato dopo il crac del 2011. «Mi sembrò clamoroso in quel momento perché avevo segnalato in tutti i modi le imprecisioni – dice oggi Vitali – e credo che la perizia confermi quanto denunciato».

Tra i vari difetti ravvisati da Vitali in quel bilancio spiccano per importanza alcune poste alla voce “debiti verso la controllante” e cioè verso Cmr (come detto rappresentata dalla curatela): «In particolare c’è un caso palese di duplicazione di fatture: Seaser ha venduto a una società d’investimento oltre 40 appartamenti allo stato grezzo accordando la rifinitura a carico dell’acquirente che stipulò un contratto con Cmr come impresa di costruzione ma questa ultima ha fatturato e incassato il corrispettivo per i lavori sia da Seaser che dalla società d’investimento committente. Poi – dice sempre Vitali – c’è la fattura incassata da Cmr da Seaser per la costruzione del muro paraonde lungo la diga foranea sud, imposto dall’inizio quale opera fondamentale per la protezione dalle onde, per un importo di circa 1,2 milioni. Ma quel muro non era stato fatto. Solo queste due poste spostano di quasi due milioni la veridicità del bilancio».

IMG 1008Vitali ricorda di aver chiesto formalmente al curatore del fallimento Cmr – «In una posizione a mio avviso di conflitto di interessi perché sia socio di maggioranza che fornitore creditore» – di correggere le poste dei crediti inesistenti ma non ci fu modo: «A quel punto non potevo fare altro che votare contro ed impugnare il bilancio». Ma prima di arrivare all’assemblea dei soci, il bilancio aveva già attraversato due riunioni del cda in cui Vitali sedeva come consigliere: «Nel primo cda sia io che il rappresentante di Sorgeva (altra cooperativa ferrarese all’epoca socia con il 17,5 percento e oggi al cento percento, ndr) abbiamo votato contro il progetto di bilancio affermando che i debiti nei confronti di Cmr non esistevano e il progetto fu approvato a maggioranza dai restanti tre consiglieri». La mancata unanimità del cda nell’approvazione del bilancio creava incertezze in una fase in cui stava per essere asseverato un piano di risanamento si arrivò così a una mediazione: specificare nella relazione al progetto di bilancio che le poste non erano da considerarsi debiti nei confronti di Cmr. «A quel punto in qualità di amministratore votai a favore del progetto di bilancio. Poi chiesi chiesi al curatore di Cmr di correggere le poste dei crediti inesistenti per i quali si era già pronunciato anche il perito di fiducia dal curatore stesso, ma invano, a quel punto non potevo altro che votare contro ed impugnare il bilancio». Nel suo resoconto Vitali sottolinea il cambio di posizione di Sorgeva: «Nel cda aveva votato contro invece in qualità di socio non pretese quanto aveva chiesto e votò a favore». La coop agricola, come detto, oggi è proprietaria di tutto il pacchetto azionario dopo aver acquisito il 70 percento da Cmr per un euro.

IMG 1025Il lavoro del perito incaricato dal tribunale, secondo quanto riporta l’avvocato Simone Sgarzi che assiste Vitali, non ha potuto affrontare tutte le questioni perché la richiesta di documentazione contabile relativa al periodo 2005-2011 non è stata esaudita da Seaser: «Purtroppo è emerso l’ostracismo della società nei confronti della ricerca della verità – afferma Sgarzi –. Mi chiedo perché Seaser non abbiamo collaborato a far emergere la bontà dell’operato dei propri organi societari così come ha sempre esposto e difeso».

Oggi Seaser ha un amministratore unico che è Davide Sinigaglia, presidente della coop Sorgeva che detiene tutte le quote della concessionaria. Avremmo voluto intervistarlo parlando di questa vicenda giudiziaria ma anche dei suoi anni al timone della società. Il manager ci fa sapere che non rilascia interviste limitandosi a dire che «preferisce concentrarsi sui fatti e sulla gestione operativa senza fare chiacchiere» e ricordando che si tratta di una società privata. Che però fa business su un terreno di proprietà statale concesso in diritto di superficie: «Su questo aspetto che è l’unico di interesse per l’opinione pubblica posso garantire che la concessione è blindata e il pagamento del canone è puntuale». Abbiamo girato la domanda sul ricorso di Vitali all’ufficio che cura la comunicazione e questa è la risposta ricevuta: «In tribunale vi sono questioni legate alla governance del fallimento Cmr, tuttora in essere, che non riguardano questa società».

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