M5s: «Sversamenti nella piallassa dal relitto Berkan B, rischio disastro ambientale»

Una denuncia ai carabinieri dal meetup grillino e una interrogazione di Bertani in Regione per bonificare l’area a ridosso della penisola Trattaroli dove giace un cargo spezzato in due. Altre tre navi abbandonate nel Piomboni

2019 02 10 Berkan8 Ph Cristiano Mazzoli«La Regione si attivi al più presto per scongiurare il disastro ambientale che potrebbe verificarsi alla Pialassa dei Piomboni». A chiederlo è Andrea Bertani, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle in Emilia-Romagna, che ha presentato un’interrogazione sul relitto della nave Berkan B abbandonato lungo le banchine est della penisola Trattaroli dal 2007. Il meetup grillino “A riveder le stelle” di Ravenna ha presentato l’11 febbraio una denuncia ai carabinieri di Ravenna tramite l’ex consigliera comunale Francesca Santarella che ha depositato immagini e filmati inoltrati anche ad Arpae e ai ministeri delle Infrastutture e dei Trasporti e dell’Ambiente. La vicenda trova spazio anche sull’edizione odierna de Il Resto del Carlino ma già due anni fa su queste pagine raccontammo la storia di quel mercantile e di altre tre imbarcazioni abbandonate.

Da ottobre 2017 il Berkan B è spezzato in due. Lungo oltre 100 metri, costruito nel 1984, il cargo è stato sottoposto a demolizione per recupero ferro con un progetto  che non ha tenuto conto delle fasi di alleggerimento dei carichi: dopo poche settimane di lavoro, la nave si è impennata e poi spezzata in due. I lavori sono proseguiti ancora per qualche mese, e poi il relitto è stato abbandonato. «Chi ha autorizzato così allegramente un siffatto lavoro?», si chiede Santarella.

«Se non si interviene al più presto ci troveremo davanti a un disastro annunciato – spiega Bertani –. La fuoriuscita di carburante dalla nave mette seriamente a rischio dal punto di vista ambientale l’intera area. Il cargo si trova adiacente all’area protetta regionale Pialassa dei Piomboni, Pineta di Punta Marina e quindi ogni sversamento di sostanze inquinanti nelle acque si propagherebbe immediatamente anche all’area protetta, nelle acque collegate al canale Candiano e in altre poste a nord del canale stesso, nelle quali, tra l’altro, si pratica la pesca a fini commerciali di molluschi, sia con il mare Adriatico, passando accanto agli abitati di Porto Corsini e Marina di Ravenna».

 

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