Tassa di soggiorno non versata al Comune, 52 albergatori rischiano il processo

In totale alle casse di Palazzo Merlato nel biennio 2018-2019 sarebbero mancati 421mila euro (in gran parte in corso di rateizzazione). Già chiesto il rinvio a giudizio per Maurizio Bucci, ex candidato sindaco e imprenditore turistico

Adult Bath Towels Bed 1437861(1)Per conto del Comune incassarono la tassa di soggiorno dai turisti ospitati ma non la versarono alle casse pubbliche entro i termini previsti. Questa sarebbe stata la condotta tenuta da diversi albergatori di Ravenna ora finiti in una inchiesta della procura di Ravenna che ipotizza il reato di peculato. Per tutti i 52 imprenditori indagati potrebbe arrivare la richiesta di rinvio a giudizio. È già accaduto per Maurizio Bucci: dalle pagine odierne de Il Resto del Carlino, che ricostruisce i fatti con un articolo di Andrea Colombari, si apprende che per il noto titolare di diverse attività ricettive e candidato sindaco nel 2016 con la lista civica la Pigna è già stata fissata l’udienza preliminare per dicembre.

L’indagine si base sulle verifiche della polizia locale dopo le denunce di Ravenna Entrate, società di riscossione dei tributi per conto del Comune. La norma prevede che l’imposta incassata dai turisti vada versata al Comune entro il 15esimo giorno dalla fine di ogni trimestre solare. E siccome i gestori si trovano nel ruolo di riscuotere per conto dell’Erario, per la procura vanno inquadrati come incaricati di pubblico servizio. Da qui l’ipotesi di peculato. In totale nel biennio 2018-2019 sarebbero stati evasi 421mila euro di imposta di soggiorno quasi tutti in via di rateizzazione (in tempi pre Covid il totale per Palazzo Merlato era di oltre due milioni annui).

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