giovedì
19 Giugno 2025
Cold Case

Omicidio Minguzzi, disposta una nuova perizia sulle telefonate estorsive del 1987

Accolta la richiesta di parti civili e accusa per la rinnovazione dell'analisi della voce dei rapitori del 21enne di Alfonsine ucciso nel 1987

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2La corte d’assise d’appello di Bologna ha disposto una nuova perizia fonica, dopo quella già svolta nel processo di primo grado, per fare luce sull’omicidio di Pier Paolo Minguzzi, studente universitario 21enne di Alfonsine rapito la notte tra il 20 e il 21 aprile 1987, all’epoca in cui era carabiniere di leva a Bosco Mesola, e trovato morto nel Po di Volano l’1 maggio successivo. Verranno riesaminate le dieci telefonate estorsive ricevute dai familiari nel tentativo di dare un nome alla voce del telefonista.

A giugno del 2022 la corte d’assise di Ravenna ha assolto gli imputati, tre sessantenni: Orazio Tasca e Angelo Del Dotto, carabinieri di Alfonsine all’epoca dei fatti, e Alfredo Tarroni, idraulico del paese. Per i giudici di prima grado non hanno commesso il fatto: nelle motivazioni della sentenza, il presidente della corte Michele Leoni ha ricondotto la morte del giovane a «un omicidio di stampo mafioso» commesso da persone rimaste ignote «per ragioni che restano sconosciute».

Nell’udienza di oggi, 19 settembre, i giudici bolognesi hanno sciolto la riserva dopo una settimana fa e hanno accolto la richiesta arrivata dall’accusa (pm Marilù Gattelli) e dalle parti civili (la madre, il fratello e la sorella del ragazzo assistiti dagli avvocati Luca Canella, Paolo Cristofori e Elisa Fabbri del foro di Ferrara). La procura chiedeva anche una rinnovazione dell’istruttoria che invece non è stata disposta. La prima perizia eseguita dal professor Luciano Romito non associava la voce delle registrazioni a quella di Tasca, come invece sostiene l’accusa.

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La riesumazione della salma di Pier Paolo Minguzzi nel 2018

Nella prossima udienza del 17 ottobre verrà conferito l’incarico al professor Sebastiano Battiato di Catania e alla professoressa Chiara Meluzzi della Statale di Milano. Le parti nomineranno i propri consulenti tecnici. Una volta depositate le perizia verranno discusse per il verdetto di secondo grado.

I tre odierni imputati furono arrestati nel luglio del 1987, due mesi dopo la morte di Pierpaolo, per un altro grave episodio di sangue avvenuto sempre nei pressi di Alfonsine: un tentativo di estorsione ai Contarini, altra ricca famiglia di imprenditori del settore dell’ortofrutta, alla quale, pur senza alcun sequestro di persona, fu richiesto il pagamento dello stesso riscatto preteso dai rapitori di Pierpaolo, per non subire la stessa sorte. In quel caso al telefono c’era Tasca. Il ricatto si concluse nel dramma. Alla consegna del denaro, Del Dotto, Tasca e Tarroni caddero nell’imboscata organizzata dai carabieniri; Tarroni sparò, uccidendo il carabiniere Sebastiano Vetrano, 23enne. Per quel fatto furono tutti condannati a pene comprese tra i 22 e i 25 anni, già scontate.

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