Un cartellone unico per Alighieri e Rasi A Ravenna nasce la stagione dei teatri

Tredici titoli e 40 repliche. Marcella Nonni, direttrice di Ravenna Teatro: «L’importante novità abbatte i muri tra prosa e contemporaneo, in cui lo spettatore potrà scegliere tra varie forme di abbonamento»

Tredici titoli, quaranta repliche e svariate iniziative collaterali: così si presenta il cartellone che per la prima volta unisce le programmazioni dei due teatri ravennati, Alighieri e Rasi, in quella che è stata ribattezzata come “La stagione dei teatri”, presentata nella mattinata dell’8 ottobre all’Alighieri.

«Non si tratta di una rottura improvvisa della tradizionale separazione tra prosa e contemporaneo – si legge nel comunicato diffuso da Ravenna Teatro che cura le stagioni di Alighieri e Rasi –. Da anni propugnamo l’idea di un teatro libero da generi e distinzioni, un teatro affrancato dalle categoriche rigidità ottocentesche, che la stessa società del terzo millennio ha superato da tempo addivenendo a un mondo fluido, in cui il teatro, realtà mobile e porosa per eccellenza, non può che porsi senza steccati di sorta».
 Marcella Nonni, direttrice di Ravenna Teatro si dice orgogliosa di annunciare l’importante novità «che abbatte i muri tra prosa e contemporaneo, in cui lo spettatore potrà scegliere tra varie forme di abbonamento o costruire propri percorsi tra i numerosi e interessanti appuntamenti proposti».

Così la nota di Ravenna Teatro presenta la stagione (al link in fondo alla pagina il pdf con le schede di ogni spettacolo e le info per biglietti e abbonamenti): «Si parte con la prima volta a Ravenna della China National Peking Opera Company in Faust (Alighieri, 17-20 novembre), una ricerca attraverso il linguaggio dell’opera di Li Meini basata sul dramma Faust: prima parte di Johann Wolfgang Goethe. Da notare che le musiche originali sono state composte da Luigi Ceccarelli, musicista romagnolo che incontreremo ancora nel corso della stagione.
Come ad esempio in Lus, altra prima per Ravenna, concerto-spettacolo di Ermanna Montanari, Luigi Ceccarelli e Daniele Roccato sul testo di Nevio Spadoni e con la regia di Marco Martinelli, che arriva in città (Alighieri, 1-4 dicembre) dopo il grande successo settembrino di Roma e la trasferta, tra le altre, in Cina al Raw of China Shanghai International Arts Festival. Lo spettacolo sostituisce Maryam, previsto al Rasi dal 9 al 21 dicembre, rispettando i turni di abbonamento.
La verve comica di Emilio Solfrizzi farà poi da propulsore a Il borghese gentiluomo (Alighieri, 16-19 gennaio), una delle opere della maturità di Molière. Come l’Avaro o il Malato immaginario anche questo piccolo borghese è, nella cultura letteraria europea, un archetipo: è il modello esemplare e imprescindibile del nuovo ricco, dell’arrampicatore, dell’ambizioso.
 Mad in Europe (Rasi, 20 gennaio), invece, di Angela Demattè, vincitore del Premio Scenario 2015, è uno spettacolo ironico che rappresenta, in maniera creativa e attuale, le contraddizioni di una donna contemporanea in conflitto con gli stereotipi di genere e con un passato soffocante.
La Fondazione Teatro Due, Teatro Stabile di Genova, porta quindi a Ravenna Ivanov (Alighieri, 28 e 29 gennaio), la prima delle grandi opere teatrali di Cechov, una vicenda dai toni tragici, beffardi e talvolta grotteschi, diretta e interpretata da Filippo Dini, in cui il protagonista si trova a fare i conti con il senso d’impotenza che fa di lui un uomo incapace d’affrontare qualsiasi crisi personale e sociale.
Il rodato sodale Spiro Scimone/Francesco Sframeli propone poi Amore (Rasi, 1 febbraio), ottavo lavoro della compagnia e nuova tappa di un percorso ai bordi dell’umanità, all’interno di
 non luoghi dove i personaggi non hanno nome, mentre Franco Branciaroli (insieme a Valentina Violo) sarà grande interprete e regista di un originale Macbeth di Shakespeare (Alighieri, 9-12 febbraio), la tragedia del male dell’uomo per antonomasia.
Realtà radicatissima sul territorio romagnolo, Accademia Perduta (con Società per Attori) porta all’Alighieri (21 e 22 febbraio) Mar del plata, di Claudio Fava e con Claudio Casadio, la vicenda drammatica dei giovani atleti del La Plata Rugby Club che nel 1978 saranno perseguitati e decimati dalla sanguinosa dittatura del generale Videla. Ancora Shakespeare con il Preamleto del Teatro di Roma (Alighieri, 7 e 8 marzo), in cui Michele Santeramo racconta cosa succede prima della morte di Re Amleto, analizzando in chiave contemporanea il concetto di potere.
Il loro Furioso Orlando si rivelò un paio d’anni fa un successo senza precedenti in tutta Italia, tanto che ora Stefano Accorsi e Marco Baliani riprendono in mano Ludovico Ariosto e ne sviscerano nuovamente la forza teatrale in Giocando con Orlando (Alighieri, 9-12 marzo), in cui raccontano le avventure, le magie e gli amori di quei personaggi a 500 anni dalla prima pubblicazione.
Il mese di marzo si chiude con il Teatro dell’Elfo, che per la prima volta si cimenta con Bertolt Brecht: Mr Puntila e il suo servo Matti (Alighieri, 23-26 marzo) è considerata la miglior commedia del drammaturgo tedesco e la regia di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia fa emergere, con esiti spesso esilaranti, le contraddizioni e le disuguaglianze sociali di un’epoca (quella di Karl Marx) che, pur con altri abiti e abitudini, somiglia nella sostanza alla nostra.
Si torna al teatro Rasi (il 12 aprile) per Abramo di Ermanno Bencivenga, portato in scena da Teatri di Bari/Kismet, in cui il filosofo e saggista s’interroga sul senso della fede e sull’idea che l’uomo ha del proprio dio, ma la chiusura de La stagione dei teatri è affidata a Roberto Latini e Fortebraccio Teatro con il pluripremiato (Ubu 2015 come Miglior progetto sonoro o musiche originali, tra gli altri) I giganti della montagna di Luigi Pirandello (26 e 27 aprile)».

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