Il Ravenna Festival 2024 si aprirà con il maestro Muti e la Filarmonica di Vienna

Già annunciata la prima data della 35esima edizione: dall’11 gennaio la prevendita per il concerto di maggio (biglietti da 27 a 130 euro). Per i Wiener è la dodicesima volta in città in 33 anni

Muti Wiener © Terry LinkeIl maestro Riccardo Muti ha appena concluso Ravenna Festival 2023 sul podio della trilogia d’Autunno e lo stesso Muti aprirà la 35esima edizione del Festival sabato 11 maggio 2024 sul podio dei Wiener Philharmoniker.

Il maestro tornerà a dirigere la compagine viennese a Ravenna per lo speciale concerto d’inaugurazione di Ravenna Festival 2024, il cui programma completo sarà svelato sabato 24 febbraio. Forti di un legame coltivato in oltre cinquant’anni di memorabili concerti a Vienna e Salisburgo, tournée in tutto il mondo e preziose incisioni, Muti e i Wiener propongono la Sinfonia n. 35 di Mozart, detta “Haffner”, e la Sinfonia n. 9 di Schubert, detta “La grande”. Le prevendite si aprono giovedì 11 gennaio alla biglietteria del teatro Alighieri, anche telefonicamente 0544 249244 e online su ravennafestival.org (biglietti da 30 a 130 euro, ridotti da 27 a 120).

Quello di maggio sarà il dodicesimo appuntamento dei Wiener nella città bizantina (l’undicesimo è stato nel 2021, anno in cui hanno celebrato il cinquantenario del loro sodalizio con Muti) e la prima delle sole tre tappe italiane della tournée – seguiranno Firenze e Bari. La prima partecipazione della Filarmonica di Vienna a Ravenna Festival risale al 1992.

L’appuntamento è il nuovo capitolo di una storia che vede la Filarmonica di Vienna fra le orchestre straniere più frequentemente ospiti della manifestazione ravennate, in nome della lunga amicizia in musica con Riccardo Muti: un’intesa di stile, una comunione di intenti e di civiltà che fanno la gioia del pubblico e contribuiscono alla diffusione del patrimonio musicale europeo, che tanto deve a Paesi come l’Italia e l’Austria. È proprio quel patrimonio a essere distillato nel programma del concerto, che naviga fra le colonne Mozart e Schubert. Del primo è proposta la scintillante ed euforica Sinfonia n. 35 in re maggiore “Haffner” K. 385, nata come Serenata da una commissione di una famiglia salisburghese – gli Haffner, appunto – quando il compositore si era già trasferito a Vienna dopo la rottura con l’arcivescovo di Salisburgo. A pochi mesi dal completamento della commissione, Mozart si fece spedire dal padre Leopold la partitura della Serenata e la trasformò in una Sinfonia; la nuova composizione fu presentata al Burgtheater di Vienna a marzo 1783.

Quando scrisse la Sinfonia n. 9 in do maggiore, Franz Schubert stava meditando già da qualche tempo (l’aveva confidato all’amico Kupelweiser in una lettera) di tornare a comporre, dopo l’abbandono della sua Ottava, un’opera sinfonica di grandi proporzioni. “La grande” fu però respinta dalla Società degli amici della musica di Vienna perché giudicata troppo lunga e difficile; fu Robert Schumann a ritrovarla fra le carte del fratello del compositore e a ottenerne l’esecuzione con la direzione di Felix Mendelssohn alla Gewandhaus di Lipsia nel 1839. Pur estremamente personale, costellata di gemme tematiche quali solo il liederista Schubert poteva immaginare, richiama l’Inno alla gioia nell’ultimo movimento, in omaggio a Beethoven. Così il concerto a Ravenna è anche un’ideale continuazione degli appuntamenti che i Wiener e Muti dedicheranno alla Nona beethoveniana, in occasione del bicentenario della sua prima esecuzione, nei giorni immediatamente precedenti il loro arrivo in Romagna.

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