Tangenti in Anas in Toscana, nell’inchiesta si apre un filone ravennate

Agli arresti domiciliari il titolare dell’Intergeos di Alfonsine
e indagini anche su un’altra ditta della nostra provincia

Si apre un filone ravennate nell’inchiesta sulle presunte tangenti sugli appalti Anas in Toscana emersa l’anno scorso e denominata “Strade dell’oro”. Lo rivela in un’agenzia l’Ansa.

Si tratta di quelle che venne definito come un collaudato sistema di corruzione che, secondo il procuratore capo Giuseppe Creazzo, si basava su mazzette del 5 per cento sull’importo dei lavori di decine di appalti della rete stradale toscana dell’Anas.

Agli arresti domiciliari è finito un imprenditore, titolare della ditta Intergeos di Alfonsine, specializzata in opere stradali e d’ingegneria ambientale. L’imprenditore era fra gli indagati della prima fase ed era stato già perquisito. Nella stessa giornata di ieri (martedì 19 gennaio) inoltre Roberto Troccoli, ex capo del servizio amministrativo di Anas Toscana, già agli arresti domiciliari dal settembre scorso, è stato raggiunto da una seconda misura di custodia cautelare, sempre agli arresti domiciliari, emessa dal gip. L’accusa per entrambi è di corruzione.

Secondo quanto emerge, sono state denunciate, sempre in queste ore, altre cinque persone, che si aggiungono ai 24 indagati della fase iniziale. Uno dei nuovi indagati è il titolare di un’altra ditta del Ravennate che secondo la procura di Firenze avrebbe rapporti con la stessa Intergeos in lavori per l’Anas: anche lui è accusato di corruzione. Indagate per favoreggiamento, invece, altre quattro persone, nuove nelle indagini, tutti dipendenti e collaboratori di Intergeos e dell’altra azienda ravennate. Perquisizioni sono state condotte dagli investigatori dall’alba fino a tarda mattinata di martedì e sono state eseguite presso abitazioni e aziende di indagati. È stata sequestrata documentazione cartacea e informatica, in particolare relativa ai rapporti tra indagati, ditte e Anas Toscana.

Con questo sviluppo, l’inchiesta, coordinata dalla Dda di Firenze e condotta da Polstrada e sezione di pg della procura, apre così un cosiddetto ‘filone ravennate’ che confermerebbe – secondo l’accusa – l’attività illecita degli ex vertici di Anas Toscana, i quali, grazie a ruolo e funzione ricoperta, avrebbero assicurato ad alcune imprese l’aggiudicazione certa di lavori. Anche gli appalti su cui si indaga in questo sviluppo, sono relativi ad opere e cantieri stradali in Toscana.

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